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Al centro nevralgico dello Jugendstil, l’Arte di Klimt a Milano

⏰ lettura 2 min.

Gustav Klimt fino al 13 luglio a Milano!

Il mito di Gustav Klimt può essere considerato un racconto sacro che dà la risposta agli interrogativi degli uomini e proietta la coscienza collettiva verso una spiegazione di come l’arte moderna internazionale, attraverso la Secessione Viennese, assurse ad una completa dissoluzione dai modelli accademici. La più ricca fonte di questa rivoluzione è la rivoluzione interiore di un uomo geniale, di estro infinitamente creativo, di grandi capacità tecniche ed artistiche e senza schemi prestabiliti, attento al reale per sottrarne l’irreale e per comunicarlo misticamente. Nel suo stile, che partiva da un eclettismo storicistico, subentrò una metamorfosi, dovuta al clima simbolista del periodo, dirigendosi verso una retorica spaziale bidimensionale, con l’accentuazione del linearismo e delle campiture vivacemente decorate, mantenendo sempre una straordinaria capacità di esecuzione e di precisa definizione del disegno. L’opera d’arte totale vibra nella policromia sonora di una magica sinfonia, un campo che il ventesimo secolo, in futuro, così spesso cercherà di definire. Un viaggio mitologico curato da Alfred Weidinger, affermato studioso di Klimt e vice-direttore del Museo Belvedere di Vienna che ha collaborato per la realizzazione di questa mostra, in collaborazione con Eva di Stefano, anch’essa studiosa klimtiana, al Palazzo Reale di Milano dal 12 marzo fino al 13 luglio, grazie a Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale, 24 ORE Cultura e Arthemisia Group.

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Gustav Klimt, Ritratto femminile,1898 circa, olio su tela, 38×34 cm. Vienna, Belvedere © Belvedere, Vienna

La mostra si propone di scoprire i rapporti personali dell’artista con famigliari e amici, esplorando l’inizio della sua carriera a Vienna e la curiosità verso le sue altre passioni artistiche come il teatro e la musica. Opere come “Il girasole“, “Salomè“, “Adamo ed Eva“ ed “Acqua in Movimento“ traducono uno spirito fantasioso capace di evocare un decorativismo assoluto, che rivela una padronanza del linguaggio, un nuovo modo di approcciare la realtà e che esplica in termini di creazione una sonorità a mille colori e forme. Nella storia della sua evoluzione, il mito di Klimt possiede una certa mistica, un certo enigma che solo un artista può accostare, artista per cui colore, luce e suono sono lo spirito del mondo. La verità viene resa in maniera artistica e l’arte diventa quasi una religione, un mito soffuso che porta con sé un vago senso di religiosità. Tradurre ciò che si sente e si sperimenta nell’intimo della sensibilità umana si realizza sinfonicamente: nella Nona sinfonia di Beethoven constatiamo come ciò che vive intimamente nell’anima si riversi all’esterno e divenga in ultimo parola, riunendo così ciò che è diviso solo nell’arte, ma che nell’uomo è un tutto unico. Erotismo, paesaggi, ritratti di familiari : tutto in maniera caleidoscopica rinasce attraverso un mito al Palazzo Reale. Klimt ribadisce non solo la rottura dei confini con il passato, ma anche le varie possibilità espressive.
Oxana Albot

KLIMT
Alle origini di un mito
Palazzo Reale, Milano
12 marzo – 13 luglio 2014
Orari: LUN 14.30 – 19.30
MAR, MER, VEN, DOM 9.30 – 19.30
GIO, SAB 9.30 – 22.30

Per prenotazioni e informazioni:
 +39 02 54917
www.klimtmilano.it

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