Visibile fino al 4 ottobre a Pavia, nello spazio arti contemporanee del Broletto, la mostra “Dalla materia alla forma”, opere di Costantino Ruggeri realizzate negli anni ’60 e ’70.
“La materia diventa forma”, nel 1967, segna la nascita del movimento dell’arte povera da parte del critico d’arte (recentemente scomparso) Germano Celant, che la caratterizza in queste parole: “…nel ridurre ai minimi termini, nell’impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi”.
Nella storica mostra dal titolo “Arte povera – Im Spazio” tenutasi alla galleria “La Bertesca” di Genova, Celant presenta gli artisti e il fondamento teorico della nuova corrente che si pone al di fuori del sistema dell’arte. Nell’esposizione compaiono i nomi di Fabro, Bignardi, Boetti, Kounellis, ai quali si aggiungeranno in seguito Paladino, Merz, ed altri ancora. La neonata corrente s’identifica in queste parole: “Prima viene l’uomo e poi il sistema”.
Celant parla di un’arte povera, impegnata con la contingenza, con l’evento, con l’astorico, con il presente, con la concezione antropologica e con l’uomo reale. Il punto d’incontro fra l’assoluto della bellezza e il relativo delle forme in cui esso viene indicato, rappresenta un punto sempre nuovo di partenza nell’esperienza di un artista, difficile esprimerlo a parole perché deve esprimersi in situazioni, segni essenziali, aperture imprevedibili, sempre nuove, in soluzioni rigorose quante libere e liberali.
In questo momento, la mostra intende valorizzare e promuovere l’opera di quegli anni di Costantino Ruggeri, uomo di fede ma anche artista attento a tutti i movimenti che sorgeranno nel contesto storico-artistico della seconda metà del ‘900.
Guido Ballo parla in questi termini di Ruggeri: “Ha sempre sentito la pittura come un atto morale, un rapporto con l’architettura”.
Ha sviluppato un dialogo vivo con la materia, con i muri, con gli spazi, ha capito che l’anima di tali spazi era data soprattutto dalla luce.
Attraverso il dialogo con la materia, Costantino approda ai materiali più umili: cartone da imballaggio, cellophane, fili di refe, polistirolo, tavolette di legno che trova nelle discariche e nei depositi di materiali inutilizzati.
“Le celle” di Costantino Ruggeri sono opere tridimensionali in cui l’artista utilizza un cartone spesso piegandolo a forma di parallelepipedo che ricopre totalmente di uno strato di gesso e pittura bianca, tali da rendere il manufatto immacolato.
Dal soffitto della piccola cella pendono talvolta fili di refe, piccole tracce di colore sulle pareti e un solo accenno della presenza di arredi, sinonimi di un vissuto spirituale volto all’essenza della forma. Nella stessa ottica Ruggeri crea le sue opere tridimensionali: pannelli bianchi o neri dove con leggerezza traccia segni con fili di refe, anche nell’utilizzo di vecchi vetri recuperati il segno è sempre improntato alla realizzazione di una forma geometrico-scultorea quasi a delimitare gli spazi dello spirito dove l’interlocutore si perde in grandi riflessioni.
Costantino Ruggeri nasce nel piccolo paese di Adro presso Brescia in Lombardia, nel 1925. Alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1944, fa la professione semplice nell’Ordine dei frati minori dove vive dall’età di tredici anni, iniziando contemporaneamente la propria formazione religiosa e quella artistica. Nel 1951, è ordinato sacerdote nel Duomo di Milano e realizza la prima esposizione di pittura, presentata da Mario Sironi, presso la Galleria San Fedele di Milano. Nei due anni successivi sono organizzate mostre personali a Genova, Torino, Brescia, Como e Roma. Nel 1954 riceve il primo premio S. Fedele e il terzo premio Marzotto. A Milano Ruggeri si confronta e coltiva un’amicizia con molti artisti: Carrà, Tosi, Sironi, Fontana, Crippa, Dova, Melotti e altri.
Inizia a dipingere con continuità e rapida gestualità, con tecniche varie, su tele, legni e cartoni; realizza affreschi presso edifici; espone in mostre personali e collettive. Dipingere è stata un’attività di tutta la vita, pubblica e intima. Nel 1962 si diploma di scultore a Brera ed i suoi compagni di studi erano: Roberto Crippa, Lucio Fontana, Gianni Dova, Marino Marini, Alberto Burri. Nel 1954 aveva esposto due sue opere alla X Triennale di Milano;; era entrato nel gruppo per il rinnovamento dell’arte sacra di “Chiesa e Quartiere” di Bologna. Nel 1959 chiede di essere trasferito dal convento in Milano a quello di Santa Maria di Canepanova a Pavia, dove lavora, in uno straordinario studio nel sottotetto del convento e del presbiterio e coro della chiesa, fino agli ultimi giorni della sua vita, nel 2007.
INFO Dalla materia alla forma Opere di Costantino Ruggeri dal 18 luglio al 4 ottobre 2020 Spazio Arti contemporanee del Broletto Pavia Ingresso libero tutti i giorni dalle 11.00 alle 18.00, chiuso il martedì. Il numero massimo di visitatori ammessi contemporaneamente nella sala mostre è pari a 20. È obbligatorio l'uso della mascherina. www.vivipavia.it