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La Biennale di Venezia

⏰ lettura 6 min.

La 60ª Esposizione Internazionale d’Arte “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” aprirà al pubblico sabato 20 aprile e sarà curata da Adriano Pedrosa primo curatore della Biennale Arte proveniente dall’America Latina, scelto dal Cda della Biennale di Venezia su proposta del Presidente Roberto Cicutto, perché portasse il suo punto di vista sull’arte contemporanea, rileggendo culture diverse come fosse un controcampo cinematografico.

Il curatore Adriano Pedrosa ed il Presidente Roberto Cicutto. Sullo sfondo: Ca’ Giustinian sede della Biennale di Venezia. Ph. Andrea Avezzù
Il curatore Adriano Pedrosa ed il Presidente Roberto Cicutto. Sullo sfondo: Ca’ Giustinian sede della Biennale di Venezia. Ph. Andrea Avezzù

La pre-apertura avrà luogo nei giorni 17, 18 e 19 aprile, a seguire il 20 aprile 2024, verranno assegnati i Leoni d’Oro alla carriera della Biennale Arte 2024. Il riconoscimento verrà consegnato durante la cerimonia di premiazione e inaugurazione della Biennale Arte a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia.

È positivo sapere che la Biennale di Venezia si impegna attivamente nel contrasto al cambiamento climatico e promuove un modello più sostenibile per la progettazione, l’allestimento e lo svolgimento delle proprie manifestazioni. Questo impegno verso la sostenibilità è estremamente importante, specialmente considerando l’importanza della conservazione ambientale in un luogo unico come Venezia. Le azioni messe in atto contribuiscono non solo a ridurre l’impatto ambientale dell’evento, ma anche a sensibilizzare i partecipanti sull’importanza della sostenibilità e del contrasto al cambiamento climatico.

Questa Biennale sarà arricchita da 88 partecipazioni nazionali accolte negli storici Padiglioni ai “Giardini”, all’“Arsenale” e nel centro storico di Venezia. Inoltre, quattro Paesi parteciperanno per la prima volta: Repubblica del Benin, Etiopia, Repubblica Democratica di Timor Est e Repubblica Unita della Tanzania e due parteciperanno per la prima volta con un proprio padiglione: Repubblica di Panama e Senegal.

Foreigners Everywhere (English), 2005 Tecnolux ultra viola, vetro 10mm retroverniciato, struttura, trasformatore elettronico, cavi. Photo by Studio Claire Fontaine Copyright Studio Claire Fontaine Courtesy of Claire Fontaine and Galerie Neu, Berlin
Foreigners Everywhere (English), 2005. Tecnolux ultra viola, vetro 10mm retroverniciato, struttura, trasformatore elettronico, cavi. Photo by Studio Claire Fontaine. Copyright Studio Claire Fontaine. Courtesy of Claire Fontaine and Galerie Neu, Berlin

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, sarà curato da Luca Cerizza. Il progetto, intitolato “Due qui I To hear”, è dell’artista Massimo Bartolini e includerà contributi appositamente ideati da musicisti e scrittori.

Il Padiglione della Santa Sede, promosso dal Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, Cardinale José Tolentino de Mendonça, si terrà quest’anno nella Casa di reclusione femminile di Venezia, situata alla Giudecca. La mostra, intitolata “Con i miei occhi”, sarà curata da Chiara Parisi e Bruno Racine

Il Comune di Venezia partecipa attivamente alla Biennale di Venezia con il proprio Padiglione, noto come Padiglione Venezia, che si trova ai “Giardini”. 

Il titolo della mostra “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” è tratto da una serie di lavori realizzati dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Queste opere, che abbiamo anche il piacere di pubblicare in copertina, consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”. L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva contro il razzismo e la xenofobia in Italia.

“L’espressione Stranieri Ovunque– spiega Adriano Pedrosa – ha più di un significato. Innanzitutto, vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri.

Il termine italiano ‘straniero’, il portoghese ‘estrangeiro’, il francese ‘étranger’ e lo spagnolo ‘extranjero’ sono tutti collegati sul piano etimologico rispettivamente alle parole ‘strano’, ‘estranho’, ‘étrange’ ed ‘extra:fio’, ovvero all’estraneo. Viene in mente ‘Das Unheimliche’ di Sigmund Freud, Il perturbante nell’edizione italiana, che in portoghese è stato tradotto con ‘o estranho’, lo strano che, nel profondo, è anche familiare”. 

Padiglione Centrale - Giardini della Biennale - Ph. Francesco Galli
Padiglione Centrale – Giardini della Biennale – Ph. Francesco Galli

L’esposizione 2024 si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale in due nuclei distinti: Nucleo Contemporaneo e Nucleo Storico. ​Sono stati preferiti artisti che non hanno mai partecipato all’Esposizione Internazionale ed un’attenzione particolare è stata riservata ai progetti all’aperto, sia all’Arsenale sia ai Giardini.

“Secondo l’American Heritage e l’Oxford English Dictionary, il primo significato della parola ‘queer’ è proprio ‘strange’, pertanto la mostra si svilupperà e si concentrerà sulla produzione di ulteriori soggetti connessi: l’artista queer, che si muove all’interno di diverse sessualità e generi ed è spesso perseguitato o messo al bando; l’artista outsider, che si trova ai margini del mondo dell’arte, proprio come l’autodidatta o il cosiddetto artista folk o popular; l’artista indigeno, spesso trattato come uno straniero nella propria terra. La produzione di questi quattro soggetti sarà il fulcro di questa edizione e andrà a costituire il Nucleo Contemporaneo. Gli artisti indigeni avranno – spiega il curatore Pedrosa – una presenza emblematica e le loro opere accoglieranno il pubblico nel Padiglione Centrale, con un murale monumentale realizzato dal collettivo brasiliano Mahku sulla facciata dell’edificio, e nelle Corderie, dove il collettivo Maataho di Aotearoa/Nuova Zelanda presenterà una grande installazione nella prima sala. Gli artisti queer saranno presenti in ogni spazio e costituiranno il fulcro di un’ampia sezione nelle Corderie, nonché di un’area dedicata all’astrazione queer nel Padiglione Centrale. 

Il Nucleo Contemporaneo – continua Pedrosa – ospiterà nelle Corderie una sezione speciale dedicata a Disobedience Archive, un progetto di Marco Scotini che dal 2005 sviluppa un archivio video incentrato sulle relazioni tra pratiche artistiche e attivismo. […] Disobedience Archive, includerà opere di 39 artisti e collettivi realizzate tra il 1975 e il 2023.

Il Nucleo Storico è composto da opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. Si è scritto molto sui modernismi globali e su quelli del Sud del mondo, motivo per cui in alcune sale saranno esposti lavori provenienti da tali territori, come a costituire una sorta di saggio, una bozza, un ipotetico esperimento curatoriale volto a mettere in discussione i confini e le definizioni del Modernismo. Conosciamo fin troppo bene la storia del Modernismo in Euroamerica, ma i modernismi del Sud globale rimangono in gran parte sconosciuti […]. Lo stesso Modernismo europeo ha viaggiato ben oltre l’Europa nel corso del Novecento, spesso intrecciandosi con il colonialismo, così come molti artisti del Sud globale si sono recati in Europa per esporre il proprio lavoro”.

Il Nucleo Storico prevede tre sezioni nel Padiglione Centrale: la sala intitolata Ritratti, la sala dedicata alle Astrazioni e una terza sala dedicata alla diaspora artistica italiana nel mondo lungo il corso del XX secolo.

“Le due sale che ospitano i Ritratti comprenderanno le opere di 112 artisti, per lo più dipinti, ma anche lavori su carta e sculture, coprendo un arco di tempo compreso tra il 1905 e il 1990. [ … ] Il tema relativo alla figura umana sarà esplorato in innumerevoli modi diversi dagli artisti del Sud globale, riflettendo sulla crisi della rappresentazione dell’umano che ha caratterizzato gran parte dell’arte del XX secolo. Nel Sud del mondo numerosi artisti sono entrati in contatto con il Modernismo europeo attraverso viaggi, studi o libri, pur apportando alle proprie opere riflessioni e contributi molto personali e potenti [ … ]. La sala dedicata alle Astrazioni includerà 37 artisti: quasi tutti verranno esposti insieme per la prima volta in impreviste giustapposizioni, auspicando così connessioni, associazioni e parallelismi inediti che vanno ben oltre le categorie piuttosto semplici che ho proposto”.

Tra gli altri, sono presenti in questa sezione artisti provenienti dalla Corea e da Singapore, che in passato facevano parte del cosiddetto Terzo Mondo, oppure artisti indigeni Maori di rilevanza storica come Selwyn Wilson e Sandy Adsett, provenienti da Aotearoa/Nuova Zelanda.

Claire Fontaine con l’opera “Foreigners Everywhere (Italian)”, 2004. Installation view: Cité internationale des arts Paris, Montmartre, Paris. Neon a sospensione, a parete o a finestra, struttura, trasformatore elettronico e cavi. Photo by Studio Claire Fontaine. Copyright Studio Claire Fontaine. Courtesy of the artist. Courtesy of Claire Fontaine and Galleria T293, Rome
Claire Fontaine con l’opera “Foreigners Everywhere (Italian)”, 2004. Installation view: Cité internationale des arts Paris, Montmartre, Paris. Neon a sospensione, a parete o a finestra, struttura, trasformatore elettronico e cavi. Photo by Studio Claire Fontaine. Copyright Studio Claire Fontaine. Courtesy of the artist. Courtesy of Claire Fontaine and Galleria T293, Rome

«Una terza sala del Nucleo Storico sarà dedicata alla diaspora degli artisti italiani che hanno viaggiato e si sono trasferiti all’estero integrandosi nelle culture locali e costruendo le proprie carriere in Africa, Asia, America Latina nonché nel resto d’Europa e negli Stati Uniti; artisti che spesso hanno avuto un ruolo significativo nello sviluppo delle narrazioni del Modernismo al di fuori dell’Italia. In questa sala saranno esposte le opere di 40 autori italiani di prima o seconda generazione, collocate negli espositori a cavalletto in vetro-cemento di Lina Bo Bardi.

Nel corso della ricerca – sottolinea Pedrosa – sono emersi in modo piuttosto organico due elementi diversi ma correlati che sono stati sviluppati fino a imporsi come leitmotiv di tutta la mostra. Il primo è il tessile, esplorato da molti artisti coinvolti, a partire da figure chiave nel Nucleo Storico, fino a molti autori presenti nel Nucleo Contemporaneo. [ … ] Tali opere rivelano un interesse per l’artigianato, la tradizione ed il fatto a mano, così come per le tecniche che, nel più ampio campo delle belle arti, sono state a volte considerate altre o straniere, estranee o strane. Un secondo elemento è rappresentato dagli artisti legati da vincoli di sangue. Anche in questo caso la tradizione gioca un ruolo importante: la trasmissione di conoscenze e pratiche da padre o madre a figlio o figlia oppure tra fratelli e parenti”.

Per la Biennale 2024 sono previsti molti eventi collaterali che arricchiranno l’esperienza, 30 quelli approvati dal Curatore e promossi da enti e istituzioni, organizzati in numerose sedi della città di Venezia. Gli eventi collaterali sono un’ottima opportunità per esplorare ulteriormente la Biennale e per immergersi nella ricca scena culturale che offre.

La Biennale rimarrà aperta fino domenica 24 novembre 2024, ma l’appuntamento va al prossimo numero di BIANCOSCURO con il reportage sulla preview ufficiale e sulle Premiazioni che ogni edizione accendono i riflettori sull’arte mondiale a Venezia.  

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