Ritratti e fotografie di un artista che ha capito il senso dell’arte e della non forzatura di essa. Monza ospita questo evento presso Villa Reale, secondo piano, dal 30 Ottobre 2014 al 06 Aprile 2015. Evento da non perdere, perchè unisce lo spettatore all’artista, attraverso i colori forti e penetranti delle sue opere.
Steve McCurry è nato il 24 febbraio 1950 in un piccolo sobborgo di Philadelphia in Pennsylvania. Ha frequentato la High School Marple Newtown nella Contea di Delaware e si è poi iscritto presso la Penn State University per studiare fotografia e cinema, per ottenere poi una laurea in teatro nel 1974. Si interessò molto alla fotografia quando iniziò a fotografare per il quotidiano della Penn State: The Daily Collegian. Dopo aver lavorato al Today’s Post presso il King of Prussia per due anni, partì per l’India come fotografo freelance.
È stato proprio in India che McCurry ha imparato a guardare ed aspettare la vita.
La prima rassegna artistica italiana di McCurry risale al 2009, quando espose a Milano a Palazzo della Ragione, ed il pubblico già si vide travolto dal volto dell’ormai famosa “Ragazza Afghana dagli occhi verdi”.
Da allora sono passati più di 500.000 visitatori nelle mostre dedicate all’artista e lo stesso ha visto aumentare la sua capacità d’espressione e fotografica.
Nel 2013 ha incarico della stesura del calendario “Pirelli 2013” ed il progetto “The last roll” realizzato per l’ultimo rullino prodotto dalla Kodak.
In questi anni ha conosciuto civiltà diverse grazie ai suoi viaggi di lavoro attraverso l’India, la Birmania, l’Italia, Afghanistan, Cambogia, Giappone, Brasile, Africa, ma è proprio in Afghanistan che realizza il suo primo importante Reportage.
L’evento nasce grazie all’intervento di Civita e SudEst57, le quali hanno deciso di realizzare una nuova mostra, per presentare il lavoro dell’artista in una nuova prospettiva, che, a partire dai suoi inimitabili ritratti, si spinge “oltre lo sguardo”, alla ricerca di una dimensione quasi metafisica dello spazio e dell’umanità che lo attraversa o lo sospende con la sua assenza. Oltre le porte e le finestre, oltre le cortine e le sbarre, oltre il dolore e la paura. Tra linee di fuga e riflessi che si confondono con le architetture della Villa Reale in un suggestivo gioco di rimandi. La mostra si sviluppa a partire dai lavori più recenti di Steve McCurry e da una serie di scatti che sono legati a questa sorprendente ricerca, anche se non mancano alcune delle sue immagini più conosciute, a partire dal ritratto di Sharbat Gula, che è diventata una delle icone assolute della fotografia mondiale.
Oltre a presentare un’ inedita selezione della produzione fotografica di Steve McCurry, la rassegna intende raccontare l’avventura della sua vita e della sua professione, anche grazie ad una ricca documentazione e ad una serie di video costruiti intorno alle sue “massime”.
Per seguire il filo rosso delle sue passioni, per conoscere la sua tecnica ma anche la sua voglia di condividere la prossimità con la sofferenza e talvolta con la guerra, con la gioia e con la sorpresa. Per capire il suo modo di conquistare la fiducia delle persone che fotografa: «Ho imparato a essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te.»
Claudio Raccagni