Inaugura sabato 11 giugno 2016, presso GlobArt Gallery di Acqui Terme, la mostra dedicata al genovese Vittorio Valente, artista di origini astigiane che utilizza silicone (colorato), per realizzare le sue opere.
L’arte di Vittorio Valente si potrebbe infatti definire come “Arte del non visibile a occhio nudo”.
Possiamo datare l’inizio del suo percorso verso il 1985, con la realizzazione delle prime opere “Griglia”, vetrini di laboratorio che intrappolano catene di DNA e di RNA in silicone colorato. È proprio dal rapporto tra scienza, percezione del corpo e arte che nascono i suoi lavori. Nei primi anni ‘90 l’esperienza con il gruppo “Arte come evocazione”, guidato da Claudio Costa, per poi diventare lui stesso uno dei fondatori di Cracking Art nel 1993, un movimento che cerca di superare le contraddizioni tra artificiale e naturale. Insieme a lui Omar Ronda, Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Carlo Rizzetti.
La sua firma stilistica è il modulo a goccia, goccia come cellula, unita l’una alle altre in una griglia ordinata a creare una superficie: superficie come Derma, radice etimologica greca di “pelle”, diventata chiave della sua Arte.
Il suo percorso artistico è in continua evoluzione, i suoi elementi vengono modificati, abbandonati o rielaborati, come nel caso della serie “Griglia”, nome già conosciuto all’inizio della sua carriera, a collegare momenti artistici che all’apparenza sembrano così diversi, in realtà uniti dal pensiero mai mutato dell’Artista, che mostra a tutti noi quello che lui poteva scoprire attraverso il microscopio, in una continua comunicazione all’uomo, di ciò che è l’uomo.
La mostra è organizzata presso presso GlobArt Gallery di Acqui Terme ed è curata da Adolfo Carozzi, architetto, ricercatore e studioso dell’Informale Italiano (suoi i sette volumi «Le Carte dell’Informale»), affiancato dal figlio Eugenio, ingegnere e amante dell’arte.