Frappè contemporaneo
Non accetto nella maniera più categorica che si massifichi tutto a mescolanza di stili ed epoche, mescolando l’Arte moderna con l’Arte contemporanea e relative specializzazioni e continuità del passato. Vanno penalizzati i galleristi che mescolano epoche e stili, così come il proporre artisti che perpetuano copiando stili assodati del passato, e quindi riproposti ad un mercato di molti ingombranti ignorantelli di corte che nemmeno sanno o hanno studiato la Storia dell’Arte e le sue epoche. Quindi un frullare il già frullato. Arriviamo così oggi a diseducazione e improvvisazione, oltre che ad una grande poca volontà di ricerca, perché più “rischiosa”.
Non si può pensare di vendere Arte rimanendo seduti impettiti dietro ad un “Mac”, sempre se c’è, ovviamente. Il “Mac” non è uno smoking da indossare per mostrarsi finti snob. Inoltre, a mio parere, le fiere, come strutturate oggi, andrebbero riviste su base di persone preparate in materia. Le esposizioni dovrebbero dividere per sempre le epoche, svincolando l’Arte contemporanea fatta di ricerca, e non di copiatura di un claustrofobico passato fatto di opere invendute che oggi ci ripropongono. Credo, a questo punto, che andrebbero gettate tutte quelle opere invendute che non sono assolutamente contemporanee, nonostante ci sia chi vuole farle passare per l’Arte odierna. Il collezionista d’oggi è un trentacinquenne disilluso, che conosce le regole dell’Arte contemporanea e del suo perpetuo meccanismo orientato al puro marketing, decodificato a suo tempo da un pubblicitario, un certo Warhol, pioniere e precursore di ciò che oggi è la regola, fedele a quel suo concetto primordiale del “chi sa vendersi meglio”.
Non vedremmo più quarantenni chiedere di Fontana. Credo che si sia fatto un enorme frullato privo di solidità, una crisi mentale, più che di denaro a mio avviso, ma oggi non più accettabile. Il moderno non sarà mai contemporaneo, quindi esporre un patchwork di stili che disorientano il cliente finale (per l’uno e per l’altro settore), va evitato.
Si impari a diversificare le epoche, le età, creando saloni esclusivi per emergenti veri: solo così si potrà scremare un groviglio di vecchie e subdole regole del passato. Bruciate i de Chirico innalzate la gioventù, quella che detterà il futuro dell’oggi, già legge di pensiero e regola di professione.
Étienne de Bricassarde
Opinionista