È un’opera senza tempo, come la Divina Commedia di Dante, la mostra “In Dante Veritas”, inaugurata lo scorso 7 maggio all’Arsenale di Venezia, dove sarà visibile fino al 26 novembre 2019. Più che una semplice mostra, si tratta di una vera e propria esperienza, come la definisce lo stesso artista, Vasily Klyukin (Mosca, 1976), che da alcuni anni vive a Monte-Carlo dedicandosi all’arte.
Più precisamente, è un’esperienza dell’inferno quella che Klyukin intende far vivere a chi si addentra nello spazio maestoso e carico di suggestione della Tesa 94 dell’Arsenale di Venezia, con i suoi oltre 900 mq di superficie espositiva. Il problema dell’inquinamento ha un posto speciale nelle intenzioni dell’artista: “Se l’uomo non prende consapevolezza e non cambia il suo comportamento, assumendosi responsabilità verso l’ambiente, siamo destinati alla morte, all’Apocalisse che si avvicina.”
Ma Klyukin va oltre, infatti nell’opera Why People Can’t Fly, l’inquinamento è raffigurato come il nuovo peccato, che va ad affiancarsi ai 7 peccati capitali, ciò che in ultima analisi trattiene l’uomo a terra, impedendogli di volare: una presa di coscienza morale è quello a cui l’artista ci chiama. Il forte intento introspettivo, di invito alla riflessione, è chiaro fin dall’ingresso in mostra: ogni visitatore è invitato a un percorso individuale, confrontandosi personalmente con ogni opera e lasciandosi interrogare e provocare da essa, con l’aiuto di un’audioguida, scritta dallo stesso Klyukin originariamente in russo, e poi tradotta in altre 11 lingue mantenendo intatta la rima, che è una parte imprescindibile dell’esperienza.
“Occorre visualizzare il nemico per poterlo combattere”, afferma Klyukin, quel male che, intessuto al bene, è parte di ogni uomo e in cui ognuno può riconoscere se stesso in diversi momenti della sua vita ed esperienza quotidiana.
L’intento è quello di riflettere, indagare nelle pieghe della propria anima, e poter poi agire, contrastare il male, e infine cambiare. Cambiare noi stessi e il mondo che ci circonda. “Ogni persona che visita questa mostra uscirà diversa da come è entrata” dice Klyukin, in quello che in ultima analisi è un messaggio di profonda speranza e lo capiamo nell’ultima e forse più importante parte del percorso, la Sala del Tradimento: qui ognuno è invitato a scrivere sulle pareti le iniziali o il nome di una persona, ma anche di un’organizzazione, di un’azienda, eccetera, che nel corso della sua vita lo ha tradito, lasciando aperto uno spiraglio al perdono.
Prima di essere esposta a Venezia, In Dante Veritas si è svolta con largo successo di pubblico e critica al Museo di Stato di San Pietroburgo, diventando la mostra più visitata in città, con un afflusso di oltre 200mila visitatori in soli 3 mesi. La mostra, organizzata con il patrocinio del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo e del Comune di Venezia rimarrà aperta al pubblico fino al 26 novembre, per tutta la durata della Biennale Arte ed è accompagnata da un importante catalogo edito da Skira.
In Dante Veritas Vasily Klyukin Arsenale Nord, Tesa 94, Venezia dall’8 maggio al 26 novembre 2019 www.indante.com