Fino al 25 settembre, è possibile ammirare al nuovo Museo Bailo di Treviso, la grande e attesissima mostra “Canova gloria trevigiana” che riunisce più di 200 testimonianze canoviane, la maggior parte delle quali mai esposte al pubblico.
Ciò che mi rende più impaziente è vedere l’effetto che l’opera produrrà sulle anime del pubblico.
Antonio Canova
Tra le novità di questa esposizione troviamo i due spettacolari gessi originali dello scultore, giunti al Museo di Treviso dopo essere stati sottoposti ad una lunga campagna di restauro. Si tratta di due opere di grandi dimensioni (141×280 cm.), che ti ritraggono due diversissimi soggetti: il primo realizzato dall’artista tra il 1787 ed il 1790 raffigurate “La morte di Priamo”; il secondo, datato al biennio immediatamente successivo, raffigurante “La danza dei figli di Alcinoo”. Entrambi in origine appartenenti alla Collezione Albrizzi, sono entrambi episodi ispirati alle vicende della guerra di Troia e all’epopea di Ulisse, attingendo all’Odissea e al II libro dell’Eneide.
La relazione tra Canova e Treviso è tanto profonda quanto inedita. “Nato trevigiano”, a Possagno, è a Treviso che inizia il suo “mito” e la riscoperta critica della sua opera. Treviso celebrò per prima la morte del grande scultore, nel 1823 commissionò la realizzazione di un busto a Luigi Zandomeneghi e un componimento musicale al miglior musicista, Gioachino Rossini, per onorarne la memoria.
In mostra si è potuto eccezionalmente ricreare l’ambiente programmato da Canova in Palazzo Papafava, dove il confronto Antico/Moderno è portato alla sua massima essenza: “Apollo del Belvedere” a confronto con il “Perseo trionfante”, e il “Gladiatore Borghese”, altra opera celeberrima, a confronto con il “Creugante”.
È il “teorema perfetto”.
Per la prima volta le opere vengono inoltre esposte sui loro basamenti originali restaurati per l’occasione. Restando alle sculture eroiche, la mostra propone un inedito: il gesso preparatorio del Cavallo appartenente al famoso gruppo Il Teseo in lotta con il centauro di Vienna, esposto per la prima volta in una mostra. Per il corpo del centauro, Canova studiò un cavallo in fin di vita. Il percorso espositivo entra poi in temi dove il sentimento la fa da padrone, e dove emerge la modernità romantica: troviamo quindi le steli funerarie di Falier e Volpato, omaggio al defunto, ma soprattutto meditazioni sulla figura femminile afflitta, nel caso delle Maddalene e i gruppi gentili e amorosi come la famosissima scultura “Amore e Psiche”. Inoltre, si possono ammirare diverse opere canoviane inedite, riemerse durante la preparazione della mostra, come un busto con il “Ritratto di Antonio Canova” di Antonio D’Este. E ancora, vere reliquie, il calco della mano e la maschera funeraria dell’artista. Un corpus di lettere inedite e il grande libro con 86 incisioni canoviane donate dal fratello Giambattista Sartori Canova a Treviso nel 1837.
Una scultura delicata quella del Canova, un connubio tra amore e arte, che ci fa intendere ancora una volta, che le belle arti sono il sentiero per l’eterna bellezza.
INFO CANOVA GLORIA TREVIGIANA Dalla bellezza classica all’annuncio romantico 14 maggio – 25 settembre 2022 Museo Bailo / Museo Santa Caterina, Treviso Da martedì a giovedì 10.00 - 18.00 Da venerdì a domenica 10.00 - 20.00 Museo Santa Caterina Da martedì a domenica 10.00 - 18.00 www.museitreviso.it