Nell’ultimo mese le cronache di guerra e distruzione nella vicina Ucraina fanno tornare prepotentemente in primo piano quelle sensazioni di paura e dolore, sconcerto e terrore, della primavera 2020. Sono passati due anni dall’inizio della Pandemia per Covid-19 (ancora non completamente controllata), che una nuova minaccia irrompe: la ferocia della guerra rischia di cancellare la cultura del popolo ucraino (e non solo, date le ultime notizie di come i Musei russi stiano cercando di porre fine ai prestiti di opere attualmente esposte in tutto il mondo), come teme il Ministro alla Cultura Oleksandr Tkachenko: “I missili e gli aerei russi stanno deliberatamente distruggendo i centri storici delle grandi città”.
È partita nuovamente la corsa alla solidarietà, questa volta per aiutare il popolo ucraino, con attività di supporto sia morale che di natura politica. Riguardo al nostro settore, quello dell’Arte e della Cultura, in Italia, il Ministero della Cultura ha stanziato 2 milioni di euro da destinare a 20 fondazioni culturali italiane per finanziare residenze d’artista rivolte agli artisti ucraini. Questo intervento promosso per supportare il mondo della cultura ucraino, è arrivato dopo la decisione di ricostruire il Teatro di Mariupol, tesoro della città ucraina sul Mar d’Azov dilaniata dai bombardamenti russi.
Rapida e commossa la replica del presidente Zelensky: “Grazie Dario Franceschini. State dando un ottimo esempio. Insieme ricostruiremo il Paese fino all’ultimo mattone”.
Anche la comunità artistica internazionale esprime il proprio dissenso verso questo conflitto attraverso gesti di solidarietà e di supporto economico: l’artista Shepard Fairey ha pubblicato un NFT in edizione singola chiamata “Diplomacy Over Violence” e lo scultore italiano Lorenzo Quinn ha messo in vendita sul marketplace SuperRare 100 NFT intitolati “Support Ukraine, Stop the war” i cui profitti andranno totalmente in beneficenza.
Che sia per veicolare messaggi di pace o per raccogliere fondi, per divulgare verità o combattere propagande oppressive, il mondo dell’arte non sta fermo a guardare, ma agisce per continuare ad aprire le menti e rendere questo pianeta, un posto migliore. Buona lettura
Vincenzo Chetta
Direttore
BIANCOSCURO Art Magazine