Dicembre, ultimo numero dell’anno e al tempo stesso primo numero di quello nuovo, un numero che ci accompagna al termine di questo “faticoso” 2020: anno bisesto, anno funesto. 2020 “a sandwiches” tra gli “ipocondriaci” ed i complottisti della serie: “Non ce n’è coviddi”, districandosi tra notizie vere e fake news. Un anno con gran finale (ancora a dividere il mondo intero), la sfida tra Trump e Biden, dove il perdente non ammette la sconfitta ed i suoi “amici” lo abbandonano, un anno di cui non sentiremo la mancanza.
Questo lungo periodo di incertezza ha fatto perdere a molti l’equilibrio e la lucidità. Senza mancare di rispetto a chi è stato direttamente coinvolto e senza offendere chi ritiene inutili le misure preventive, consiglio di riflettere su, un passaggio pubblicato sul Corriere della Sera: “L’epidemia è un problema sanitario, che riguarda la massa di persone malate contemporaneamente (una malattia poco grave che fa ammalare moltissime persone contemporaneamente crea più problemi di una più grave, ma poco infettiva) e la capacità di presa in cura delle persone nel tempo.”
Di conseguenza è chiaro che più persone “si fermano”, meno persone si ammalano, minori sono i contagi contemporanei, maggiori sono le possibilità di assistere e di curare le persone. Ecco dunque perché luoghi con alta frequentazione come bar, ristoranti, palestre, musei, cinema e poli fieristici sono stati prima limitati e poi chiusi.
Infatti le uniche fiere a svolgersi sul territorio italiano nel 2020 sono state ArteFiera a Bologna, ArteGenova e Art Parma poco prima del nuovo soft lockdown. Nella realtà popolare e mediatica si citano sempre e solo i punti di ristoro e aggregazione, ma non dimentichiamo le migliaia di persone che lavorano nell’ambito culturale e degli eventi, i “dietro le quinte” sono senza lavoro da mesi, e non possono neanche fare l’asporto… L’unica speranza al nostro arricchimento culturale è dato dai Musei e dalle Fondazioni che hanno istituito canali online per le visite a distanza, un modo per non fermare del tutto le attività di Istituzioni che potrebbero anche rischiare la chiusura per mancanza di fondi. BIANCOSCURO, dopo aver regalato migliaia di copie digitali della rivista, ha deciso di proseguire nella sua mission culturale e regalerà un abbonamento digitale annuale a tutti quelli che attiveranno un nuovo abbonamento cartaceo.
Un solo piccolo augurio, che il 2021 sia migliore del 2020.
Buona fine, buon inizio e buona lettura.
Vincenzo Chetta
Direttore
BIANCOSCURO Art Magazine