In un anno di pandemia, il mercato dell’arte si è ridotto del 22%: questo è ciò che afferma uno studio condotto da UBS e Art Basel. Le vendite a livello globale sono scese fino a 50,1 miliardi di dollari, contro i 64,4 miliardi del 2019. Lo so, stiamo parlando di grandi numeri e grandi vendite, ma onestamente mi aspettavo dati peggiori, pensavo che si toccasse un livello ancor più basso di quello della crisi finanziaria del 2008, quando ricordo che le vendite a livello mondiale scesero ad un valore di soli 39,5 miliardi.
Possiamo affermare che, nel mondo dell’Arte, il colpo peggiore è stato subito dalle fiere di settore: 365 quelle pianificate per il 2020, 223 circa quelle cancellate, anche a ridosso dell’inaugurazione. Si spera che il 2021 porti l’apertura di qualche occasione fieristica in giugno e luglio, ma molte hanno già rinviato l’appuntamento a settembre, sperando di non dover nuovamente chiudere poco prima della vernice. Con fiere e gallerie chiuse era inevitabile un calo delle vendite, ma guardando il rovescio della medaglia, notiamo quanto sia servito per trovare il giusto spunto per un cambiamento, una ristrutturazione del sistema.
Nuove strategie digitali e vendite online, la trasformazione commerciale dell’arte le ha subito recuperato terreno rispetto ad altri settori in cui l’e-commerce è stabile da tempo. Con il mondo in lockdown era inevitabile che il web ne uscisse vincitore, con negozi fisici chiusi e l’umanità chiusa in casa, sono cresciuti ben del 28% gli acquisti online. La vera svolta per l’arte da vendere e acquistare? È stata la pubblicazione delle quotazioni delle opere d’arte, elemento fondamentale per il 72% dei collezionisti intervistati durante la ricerca “The Art Market 2021”, condotta dalla McAndrew, che conferma che le gallerie che pubblicano in maniera trasparente i prezzi hanno una probabilità sei volte maggiore di effettuare vendite online. L’autrice del rapporto, la Dottoressa Clare McAndrew, afferma che non si aspetta presto un ritorno a qualcosa di simile alla normalità, anzi, il prossimo periodo sarà “un altro anno di transizione” (per dirla in maniera positiva).
Nonostante l’impegno del governo ad ampliare le aperture dei musei, gli stessi al momento di andare in stampa sono nuovamente chiusi in buona parte d’Italia; fiere del settore previste per maggio, sono già state rinviate in autunno, e al momento non si parla di riaprire alla cultura in presenza. Attendiamo, nuovamente fiduciosi.
Nel frattempo, a tutti voi, buona lettura
Vincenzo Chetta
Direttore
BIANCOSCURO Art Magazine