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Edvard Munch. Oslo, Zurigo e Genova celebrano il 150°anniversario della sua nascita

⏰ lettura 4 min.

I l 2013 è stato l’anno del 150° anniversario della nascita di Edvard Munch, e proprio in occasione di questa ricorrenza Oslo, Zurigo e Genova hanno realizzato 3 percorsi espositivi diversi, ma con un unico fine: presentare al pubblico il cuore dell’opera dell’artista, le opere che egli stesso prediligeva, i temi a lui cari e le tecniche preferite. Oslo, che con il resto della Norvegia detiene la quasi totalità della produzione munchiana, ha seguito una linea onnicomprensiva, Zurigo si è concentrata sull’opera grafica. A Genova, la lettura dell’opera di Munch intende riportare l’asticella dell’interpretazione munchiana verso il vero interesse dell’artista.

Promossa dal Comune di Genova, la mostra “Edvard Munch” a cura di Marc Restellini, prodotta e organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Arthemisia Group, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, è stata realizzata con il sostegno della Camera di Commercio di Genova e Costa Crociere come main sponsor. L’evento ha visto la collaborazione con Secolo XIX  e la partnership con Il Sole 24 Ore – Domenica 24 Ore – Radio24 . E’ aperta al pubblico dal 6 novembre 2013 e resterà visitabile sino al 27 aprile 2014. Le opere di Munch sono difficilmente ammirabili in mostre ed esposizioni, in quanto la quasi totalità delle stesse è conservata in musei norvegesi o fanno parte di collezioni private.

È una vera impresa organizzare un evento del genere, una sfida affascinante quanto impegnativa. Palazzo Ducale di Genova, con  Arthemisia Group e il  24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, hanno raccolto questa sfida nell’anno delle celebrazioni, tentando di restituire al genio norvegese il suo vero volto, attraverso una lettura appassionante della sua opera, intima e delicata, quasi voyeuristica.

Edvard Munch, Madonna, 1895 – 1902, litografia, Collezione privata © The Munch Museum / The Munch-Ellingsen, Group by SIAE 2013
Edvard Munch, Madonna, 1895 – 1902, litografia, Collezione privata © The Munch Museum / The Munch-Ellingsen, Group by SIAE 2013

Munch è noto al mondo per L’Urlo, ma L’Urlo rappresenta quasi un incidente di percorso.  La stragrande produzione di Munch, il vero lavoro dell’artista, quello che egli stesso considerava “degno di essere venduto” è quello che viene sintetizzato dalle 80 opere  esposte a Genova, selezionate per rappresentare la poetica dell’artista dal curatore della mostra, Marc Restellini, Direttore della Pinacothèque de Paris.

Palazzo Ducale di Genova, che da sempre si distingue per mostre colte, ricercate e destinate a un pubblico di conoscitori dell’arte, non tradisce la sua missione culturale e racconta un Munch mai visto prima d’ora. Una scelta coraggiosa, ma corretta e adeguata alla necessità storico-scientifica.

Il percorso espositivo inizia con le prime due sezioni in cui sono esposte le sue opere giovanili, negli anni della Reale Scuola di Disegno. Comincia a prendere corpo la sua poetica, come egli stesso annota nei Diari: “All’Impressionismo mancava quell’espressività di cui avevo bisogno nel mio lavoro. Dovevo tirare fuori le impressioni che agitavano la mia interiorità”.

Nella terza sezione della mostra sono esposte le incisioni, Vampiri e Madonne sono i soggetti che troviamo nelle opere della maturità di Munch, rosso e nero come colori predominanti, come se avesse voluto incidere la tela per incidere l’anima. Dai suoi Diari la sua visione della donna: “I suoi capelli si erano avvolti intorno a me come serpenti, i loro lacci più sottili si erano avvolti intorno al mio cuore”.

Sarà nella quarta sala che si incontreranno le opere che hanno reso, per certi versi, Munch come l’apripista dell’Espressionismo. Un simbolismo che conosceva bene, con un tratto ed uno stile che si possono trovare solo in un artista come Edvard Munch, mentre proseguendo la visita si entra nella parentesi “luminosa”, quando agli inizi del 1900 trascorre l’inverno a Lubecca presso la famiglia del  Dottor Linde: sarà qui che lavorando ai ritratti commissionati vedrà la vera vita di una famiglia serena. La sesta sezione illustra l’opera di Munch durante l’eremitaggio nella sua tenuta di Ekely. Nel 1930 una malattia agli occhi lo condusse alla quasi cecità e fu in questo ultimo periodo che lavorò su molti autoritratti, come se cercasse di scoprire in primo luogo il senso della sua esistenza.
Nelle  ultime due sale il pubblico può ammirare l’universo femminile munchiano, la madre, le sorelle, le amanti con le mani raccolte in pose mansuete.
La mostra si estende anche nel cortile interno del Palazzo Ducale, troviamo qui infatti un box realizzato con i sistemi di isolamento per l’acustica di Knauf. L’installazione comprende una statua in gesso de L’Urlo, uscito dal quadro per venire incontro al visitatore, opera realizzata da Cesare Inzerillo, artista siciliano e scenografo di film quali “Il ritorno di Cagliostro” (2003) e “Nuovomondo” (2006).
Grazie a questo percorso curato da Marc Restelli si può compredere la reale arte di questo artista straordinario, togliendo il, seppur meritato, protagonismo del solo “L’Urlo”, proprio come anche Restelli afferma: “Edvard Munch è conosciuto sostanzialmente per un solo quadro, L’Urlo, sicuramente emblematico, ma assai poco rappresentativo dell’insieme della sua opera. La fama eccessiva di questo dipinto ha impedito di cogliere la dimensione autentica e il vero messaggio dell’artista.”
Speriamo che non si debba attendere un altro anniversario così importante per poter vedere le opere di Munch lasciare la Norvegia, un’arte come la sua merita di essere celebrata.

Mariarosaria Belgiovine

 

Edvard Munch Vampire II, 1895 pietra litografica, inchiostro e raschietto, stampata da Clot, Parigi 38,7 x 56 cm. Ars Longa, collezione Vita Brevis © The Munch Museum / The Munch-Ellingsen Group by SIAE 2013
Edvard Munch Vampire II, 1895 pietra litografica, inchiostro e raschietto, stampata da Clot, Parigi 38,7 x 56 cm. Ars Longa, collezione Vita Brevis © The Munch Museum / The Munch-Ellingsen Group by SIAE 2013

English info

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