“May You Live In Interesting Times”, questo il titolo della Biennale d’Arte di Venezia 2019, curata da Ralph Rugoff e presieduta da Paolo Baratta.
Questo titolo può essere letto come una sorta di maledizione poiché porta alla mente l’idea di sfide, di minacce. Ma può essere anche un invito a vedere gli eventi nella loro complessità, un invito che appare importante in tempi nei spesso prevale la semplificazione.
Complessa è appunto la mostra che si articola tra le corderie dell’Arsenale ed il padiglione centrale dei Giardini, 79 artisti da tutto il mondo, accuratamente esposti e disposti, in un percorso espositivo lineare, sequenziale, pulito, non ha lesinato su nulla il curatore ed il messaggio passa forte e chiaro, insomma Rugoff ci è andato giù pesante e ha centrato in pieno l’obbiettivo.
La Mostra è affiancata da 89 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. 4 i paesi presenti per la prima volta: Ghana, Madagascar, Malesia e Pakistan.
Le mostre presentate nei Padiglioni nazionali rispecchiano l’attualità: politica, denuncia, minoranze etniche, migrazioni, totalitarismi, condizione femminile, ambiente e sostenibilità.
Alla Lituania il “Leone d’oro” per la migliore partecipazione nazionale poichè “ha approcciato in maniera sperimentale il Padiglione, inscenando un’opera brechtiana”; al Belgio una Menzione speciale per “il suo humor spietato”
“Nè altra, nè questa: la sfida del Labirinto” questo il titolo del Padiglione Italia, alle Tese delle Vergini, curato da Milovan Farronato a cui partecipano, tre importanti artisti italiani: Enrico David (1966), Chiara Fumai (1978-2017) e Liliana Moro (1961), “il labirinto”è un tema che ci aveva fatto ben sperare… ma questo Padiglione Italia è un labirinto “da risolvere” una vera e propria “sfida”. Il visitatore deve definire in autonomia il percorso espositivo fino a carpirne il “filo di Arianna” per ricostruirne la trama delle immagini, dei contenuti e degli eventi. È stato criticato da molti questo padiglione perlopiù da chi, purtroppo, non lo ha capito. Un vero peccato per coloro, un vero “Artista” il curatore Farronato, che ha messo piedi e allestito un percorso espositivo per poi abilmente celarlo.
Premi della 57ª edizione
La cerimonia di premiazione a Ca’ Giustinian
La Giuria della 58ª Biennale di Venezia, composta da Stephanie Rosenthal (Presidente di Giuria, Germania), Defne Ayas (Turchia/Olanda), Cristiana Collu (Italia), Sunjung Kim (Corea) e Hamza Walker (USA), ha assegnato i “Leoni d’oro” durante la cerimonia di premiazione che si è tenuta a Ca’ Giustinian l’11 maggio 2019.
I premi sono così stati assegnati: il Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale è andato alla Lituania “Sun & Sea (Marina)” con le artiste Lina Lapelyte, Vaiva Grainyte e Rugile Barzdziukaite “per l’approccio sperimentale del Padiglione e il suo modo inatteso di affrontare la rappresentazione nazionale. La giuria è rimasta colpita dall’originalità nell’uso dello spazio espositivo, che inscena un’opera brechtiana”, come viene riportato nelle motivazioni della giuria.
Menzione speciale al Belgio per “il suo humor spietato – Mondo cane – offre una visione alternativa degli aspetti, spesso trascurati, dei rapporti sociali in Europa”.
All’artista americano Arthur Jafa, va il Leone d’oro come miglior partecipante alla Mostra Internazionale May You Live In Interesting Times con la motivazione “Jafa utilizza materiale originale e d’appropriazione per riflettere sul tema razziale. Oltre ad affrontare in modo critico un momento carico di violenza, nel ritrarre con tenerezza gli amici e i familiari dell’artista il film fa anche appello alla nostra capacità di amare”.
Leone d’argento come giovane artista promettente a Haris Epaminonda “per le sue costellazioni che uniscono in un’attenta costruzione immagini, testo e colori, fatte di memorie frammentate, storie e connessioni frutto dell’immaginazione”.
La Giuria ha inoltre deciso di assegnare due menzioni speciali ai partecipanti: Teresa Margolles (Messico) “per le sue opere acute e commoventi che trattano il dramma delle donne coinvolte dal narcotraffico” e Otobong Nkanga (Nigeria) “per la sua ricerca continua attraverso i media”. Infine, il Cda della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, ha attribuito su proposta del curatore Ralph Rugoff, il Leone d’oro alla carriera a Jimmie Durham (USA).