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L’arte che parla alle masse

⏰ lettura 3 min.

Il Palazzo Buontalenti di Pistoia, ospita la grande mostra ’60 Pop Art Italia

La rassegna, visitabile fino al prossimo 14 luglio, è curata da Walter Guadagnini e presenta 70 opere che ricostruiscono le vicende della Pop Art in Italia, attraverso i suoi maggiori esponenti. Il percorso espositivo si configura come un viaggio nei principali centri d’irradiazione italiani di questo fenomeno prettamente metropolitano, nato a Londra nel 1956 e sviluppatosi in contemporanea nei grandi centri urbani dove la moderna società dei consumi e delle comunicazioni di massa si manifesta in maniera più evidente.

Sergio Lombardo “McNamara”, 1961-63, smalto su tela, 130×160 cm. Collezione privata. Ph. Daniele De Lonti

Un periodo di straordinaria vivacità e ricchezza creativa grazie agli artisti che hanno guardato alla scena internazionale, all’attività delle gallerie private, dei critici d’arte che hanno instaurato i rapporti tra l’Italia e il resto del mondo.
Il viaggio prende avvio da Venezia, con la storica Biennale d’Arte del 1964, che ospita quattro artisti americani che anticipano la Pop Art: Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Jim Dine e Claes Oldenburg. Rauschenberg vince il Gran Premio per la pittura segnando l’affermazione della Pop Art e dell’arte americana sulla scena mondiale. Un’ampia sezione si focalizza invece su Roma, il principale centro artistico nazionale di quegli anni, dove raggruppati nella “Scuola di Piazza del Popolo”, si ritrovano Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Mario Ceroli, Pino Pascali, Fabio Mauri, Jannis Kounellis e molti altri, sostenuti da galleristi quali Plinio de Martiis e Giuseppe Liverani, o da intellettuali quali Alberto Moravia e Goffredo Parise. Il gruppo si caratterizza per varietà di stili e linguaggi. Si va dalle soluzioni liriche, come la nave di Jannis Kounellis, o il cielo americano vagheggiato da Tano Festa.

Ettore Innocente “Jasper Johnson alla Casa Bianca”, 1964, oggetti e smalto su tela, 181x120x21,5 cm. Collezione eredi Ettore Innocente Ph. Giovanni Isopi

Nella mostra di Pistoia non manca un affondo su Mario Schifano che inizia la sua ricerca con opere monocrome che rimandano all’essenzialità delle forme degli schermi e della segnaletica stradale, ma che già nel 1963 introducono i simboli più riconoscibili del consumismo e dell’influenza americana sugli stili di vita, come i loghi di Coca Cola o Esso.
Proseguendo verso nord, le sale dedicate a Pistoia presentano le opere di quattro autori, Roberto Barni, Umberto Buscioni, Adolfo Natalini e Gianni Ruffi, collettivamente denominati “Scuola di Pistoia”. Quello di Pistoia è un caso unico nel panorama artistico degli anni Sessanta. Muovendosi dal piccolo capoluogo di provincia, questi artisti sono in grado di dialogare ciascuno con un proprio linguaggio personale.

Gianni Ruffi “Riposo”, 1965, tempera su legno ritagliato, 95x75x5 cm. Collezione dell’artista, Archivio Aurelio Amendola

La rassegna si completa con l’ultima sezione dove s’incontrano due figure icona della Pop Art inglese e statunitense: Richard Hamilton e Andy Warhol. Del primo si presenta una delle sue opere più conosciute, “Swingeing London”, del secondo, una serigrafia della serie “Flowers”.
Un’esposizione quindi da non perdere, che mette in risalto ancor di più un movimento artistico che ha reso l’arte più immediata, divertente, contemporanea e sicuramente più vicina alle masse. 

’60 POP ART ITALIA
16 marzo - 14 luglio 2024
Palazzo Buontalenti Pistoia
Da mercoledì a domenica 10.00 - 19.00

www.pistoiamusei.it

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