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Luci sul ‘900 Cento anni di Arte Moderna a Palazzo Pitti

⏰ lettura 3 min.

A Palazzo Pitti si festeggia un compleanno importante, il centenario della Galleria d’Arte Moderna, ospitata dal 1914 nelle sale al secondo piano del Polo Museale fiorentino. In occasione di questa speciale ricorrenza si è deciso di esporre al pubblico le collezioni novecentesche possedute dal museo, finora rimaste chiuse nei depositi per carenza di spazi adeguati. Sono centoventi le opere selezionate dai curatori Simonella Condemi ed Ettore Spalletti, che testimoniano la vivacità culturale di Firenze nei decenni del secolo scorso. Le collezioni sono frutto di acquisti e donazioni di varia provenienza: ci sono le opere dalle Biennali veneziane, dalla Quadriennale Romana del 1935 e altre, le più numerose, comprate in sede locale presso la Società di Belle Arti di Firenze e alle Sindacali Toscane. A partire dal 1950 e per i successivi venti anni, la collezione si è ulteriormente ampliata con le opere vincitrici del “Premio del Fiorino”, che lo statuto della stessa manifestazione destinava alla Galleria. Questo corpus novecentesco si va quindi ad aggiungere all’importante  nucleo, il più vasto al mondo storicamente e qualitativamente, dei dipinti macchiaioli già conservati nel museo.

Solaria alle Giubbe Rosse - Baccio Maria Bacci  (Firenze 1888-1974) olio su tela, anno 1930-1940, donato dall’autore. 1969 Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti
Solaria alle Giubbe Rosse – Baccio Maria Bacci (Firenze 1888-1974)
olio su tela, anno 1930-1940, donato dall’autore. 1969 Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti

L’idea di una galleria fiorentina dedicata all’arte moderna risale al 1896 e al critico Diego Martelli, sodale e amico dei “Macchiaioli”, i pittori anti-accademici che proponevano, coi loro lavori, un rinnovamento dell’arte figurativa nazionale. È poi grazie ad una convenzione stipulata nel 1914 tra Stato e Comune di Firenze, che prende avvio la campagna acquisti da parte di un’apposita Commissione e la formazione effettiva del museo. Una prima sezione di arte moderna viene inizialmente allestita presso le stanze della Galleria dell’Accademia, e trasferita poi nel 1924 nell’attuale sede di Palazzo Pitti. Questa  collaborazione tra stato centrale e organi locali è anche uno dei primi esempi di politica lungimirante finalizzata alla custodia e valorizzazione del patrimonio artistico, tanto che, ad oggi, la GAM di Firenze è uno dei tredici musei statali più visitati all’anno. Il taglio storicistico dell’esposizione, che si può visitare fino al prossimo 8 marzo, permette di leggere i tempi e i modi con cui la Galleria si è andata formando, di pari passo con le vicende culturali e politiche che ne determinarono l’assetto. Per l’occasione, ben ottantotto dei centoventi dipinti scelti sono stati sottoposti ad accurato restauro, coordinato dalla vicedirettrice Rosanna Morozzi.

Tra gli autori selezionati, spiccano i principali interpreti del ‘900 italiano come Carena, De Chirico, Severini, Rosai, Morandi, affiancati ai maggiori esponenti del “Novecento toscano”: Colacicchi, Ghiglia, Griselli, Lega, giusto per ricordarne alcuni. Presente in mostra il dipinto “Solaria alle Giubbe Rosse” di Baccio Maria Bacci (1930-40) che raffigura il gruppo di intellettuali legati alla rivista “Solaria”e soliti frequentatori dello storico caffè letterario “Alle Giubbe Rosse”, dipinto, questo, che sintetizza al meglio il fervore culturale della Firenze degli anni Venti e Trenta.

Piazza del Carmine - Ottone Rosai (Firenze 1895-Ivrea 1957) olio su tela, anno 1922, acquistato alla XII Mostra d’Arte del Sindacato Interprovinciale Fascista di Belle Arti, Firenze 1941. Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti
Piazza del Carmine – Ottone Rosai (Firenze 1895-Ivrea 1957)
olio su tela, anno 1922, acquistato alla XII Mostra d’Arte del Sindacato Interprovinciale Fascista di Belle Arti, Firenze 1941. Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti

A completare il percorso, i curatori hanno dedicato una sezione, nell’Andito degli Angiolini, alle opere di grafica presentate durante la “Esposizione Internazionale del Bianco e del Nero”, tenutasi a Firenze nel 1914 presso la Società di Belle Arti. “Il colore dell’ombra” comprende un centinaio di pezzi tra disegni, acqueforti, xilografie e litografie, articolati in nove sezioni (dal ritratto alla paesaggistica urbana), che restituiscono al visitatore tutte le sfumature delle discipline grafiche.

L’auspicio dei curatori, a conclusione della mostra, è quello che questi capolavori per lo più inediti possano trovare una collocazione stabile nelle ultime sale di facciata della Galleria di Palazzo Pitti.

Federica Senigagliesi

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