La prima Artista donna a Palazzo Strozzi. Dal cortile, alla Strozzina, al Piano Nobile: Marina Abramović arriva a Palazzo Strozzi, e lo fa alla grande
Sarà possibile immergersi nelle sue riflessioni (e rifletterci) fino al 20 gennaio prossimo, non abbiamo dunque scuse per perderci un evento di questa portata. “The Cleaner” è la prima retrospettiva italiana dedicata alla più controverse delle performer contemporanee, quella che ha rivoluzionato completamente l’idea di performance artistica, mettendo alla prova il proprio corpo, i suoi limiti e le sue potenzialità di espressione. Un esordio come pittrice figurativa e poi astratta, è negli anni Settanta che inizia il lavoro nella performance attraverso l’utilizzo diretto del proprio corpo, come testimoniato in mostra da opere come la serie “Rhythm” (1973-1974) e “Thomas Lips” (1975), in cui l’artista si espone a dure prove di resistenza fisica e psicologica. Nel 1975 conosce l’artista tedesco Ulay con cui nasce un rapporto sentimentale e professionale; insieme creano celebri performance di coppia come “Imponderabilia”, dove il pubblico è costretto a passare attraverso i corpi nudi dei due artisti come fossero gli stipiti di una porta. La fine della loro relazione sentimentale e professionale si celebra nel 1988 con la performance “The Lovers”: i due artisti si incontrano per dirsi addio a metà della Grande Muraglia cinese, dopo aver percorso a piedi duemilacinquecento chilometri ciascuno, partendo lei dall’estremità orientale e lui da quella occidentale.
Negli anni ‘90 il dramma della guerra in Bosnia ispira l’opera “Balkan Baroque” (1997), con cui Abramović vince il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia. Col passare degli anni la sua arte performativa, effimera per definizione, si dilata nel tempo: dalle poche ore delle performance degli anni Settanta a “The Artist is Present” (2010), in cui al MoMA di New York, muta e immobile per più di settecento ore nell’arco di tre mesi, ha fissato milleseicentosettantacinque persone che si sono avvicendate davanti a lei, sottolineando così il valore di una comunicazione energetica e spirituale tra artista e pubblico come elemento fondamentale del suo lavoro.
Sono oltre cento le opere in esposizione a Firenze, un insieme che offre una panoramica dagli anni Sessanta ai Duemila, coprendo così i primi cinquant’anni di carriera della grande Artista. Video, fotografie, dipinti, oggetti, installazioni e “re-performance” (“Imponderabilia”, “Cleaning the Mirror” e “Luminosity” negli spazi del Piano Nobile, “The Freeing Series – Memory, Voice, Body” nella Strozzina), ovvero l’esecuzione, dal vivo, di sue celebri performance da parte di un gruppo di performer selezionati e formati per l’occasione: il visitatore viene catapultato nel suo mondo, un’esperienza unica nel suo genere.
Come ricorda l’artista, il titolo dell’esposizione, “The Cleaner”, fa riferimento a un particolare momento creativo ed esistenziale, ad una riflessione dell’artista sulla propria vita: “Come in una casa: tieni solo quello che ti serve e fai pulizia del passato, della memoria, del destino”. Con questa mostra riflette sulla propria lunga carriera in un luogo speciale come Palazzo Strozzi, e proprio in Italia, un paese che ha significato molto per lei e per l’evoluzione del suo percorso artistico. La prima mostra dedicata da Palazzo Strozzi a un’artista di genere femminile, e non ad un’artista comune, ma alla più importante rappresentante dell’arte performativa: “Marina Abramović. The Cleaner”, è imperdibile.
INFO
Marina Abramović The Cleaner 21 settembre 2018 – 20 gennaio 2019 Palazzo Strozzi, Firenze
Tutti i giorni 10.00-20.00 Giovedì 10.00-23.00 www.palazzostrozzi.org