“Al grado Zero, il chimico è Mustafa Sabbagh, la fusione è PIERMAU: Pierfrancesco Gigliotti e Maurizio Modica ripartono da Zero, e scelgono Sabbagh – alchimista dell’arte contemporanea, che ha trasformato lo #000 nello spettro cromatico più ricco di valore – per avvalorare, attraverso l’arte, una nuova partenza”.
Zero[ẓè·ro/] sostantivo maschile
Origine: Lat. mediev. zéphyrum, risalente all’arabo ṣifr ‘nulla’ – sec. XV.
- Punto di partenza di una qualsiasi successione
- Ripartire da zero, dall’inizio, dal nulla, specie dopo un fallimento o un periodo molto negativo.
- Anno zero, il punto di massimo degrado o di annientamento a cui si è giunti, e dal quale si deve iniziare uno sforzo di ripresa (dal titolo del film “Germania, anno zero” di Rossellini, del 1947).
- In strumenti di misurazione, posizione segnata dall’indice in condizioni di riposo.
- Grado zero della scrittura, nella critica letteraria di Barthes (1915-1980), la scrittura (intesa come stile) di alcuni autori contemporanei che si sottrae alla subordinazione a un ordine marcato del linguaggio, assumendo tratti coincidenti con quelli del “parlato”
- Gruppo zero, gruppo sanguigno universale.
- Numero zero, in editoria, l’esemplare di un nuovo quotidiano o di una nuova rivista, stampato in un numero limitato di copie, con funzione di prova tecnica delle caratteristiche grafiche e di contenuto; in televisione, prototipo di un nuovo programma, utilizzato per verificare la risposta del pubblico e la sua collocazione nel palinsesto.
Novem figure indorum he sunt 9 8 7 6 5 4 3 2 1. Cum his itaque novem figuris, et cum hoc signo 0, quod arabice ‘zephirum’ appellatur, scribitur quilibet numerous.
Le nove figure delle Indie sono 9 8 7 6 5 4 3 2 1. Con queste nove figure, e con il segno 0, che gli arabi chiamano ‘zephirum’, è possibile scrivere qualunque numero.
[Leonardo Fibonacci, Liber Abaci – Capitulum I, 1202]
/dev/null ≠ /dev/zeroNei file system esiste un file che rappresenta il nulla, che si chiama /dev/null, ed uno che rappresenta lo zero, /dev/zero. Tutti i dati scritti in questi file speciali vengono eliminati, mentre la lettura da questi file restituisce un End Of File nel caso di /dev/null, e un byte di valore 0 nel caso di /dev/zero. In sostanza: /dev/null è inutilizzabile in quanto potenziale errore, ma /dev/zero può essere utilizzato in quanto fonte inesauribile di zeri, per generare un file ‘pulito’, potenzialmente infinito, cui è possibile determinare una dimensione.
0 = punto di partenza | è necessaria una tabula rasa di ciò che è stato, per poter di nuovo essere. Il valore di uno Zero è nell’infinito di un innesco mentale.
0 = forma espressiva | come Bruce Mau[1] e i suoi spazi bianchi, come Laurence Sterne[2] e le sue pagine nere, come John Cage[3] e il suo immaginifico silenzio, uno è uno, centomila è centomila, ma nessuno è tutto ciò che ognuno è libero di immaginare.
0 = grado di fusione | l’acqua, elemento plastico per antonomasia, ha bisogno di uno 0° per divenire da immobile a metamorfica.
Al grado Zero, il chimico è Mustafa Sabbagh, la fusione è PIERMAU: Pierfrancesco Gigliotti e Maurizio Modica ripartono da Zero, e scelgono Sabbagh – alchimista dell’arte contemporanea, che ha trasformato lo #000 nello spettro cromatico più ricco di valore – per avvalorare, attraverso l’arte, una nuova partenza.
Una collezione pulita, asciutta, lineare, completa e di sostanza che, come l’arte concettuale, esprime in pochi tratti contenuti profondi parlando alla sensibilità di chi la fruisce. Arte contemporanea che è protagonista, durante la presentazione, attraverso una vera e propria mostra in cui l’artista formalizza il sodalizio con PIERMAU attraverso una videoinstallazione multimediale, che trasformerà lo spazio accendendone l’oscurità con immagini e suoni studiati per trasportare lo spettatore nel bel mezzo di una sinfonia distorta, con accenti che spaziano dalla classicità al fiammingo, dal ritratto barocco-fetish dei designers al non-colore tipico di Sabbagh, per chiudersi con i video in streaming di performers che indosseranno i capi iconici della collezione Zero.
La fotografia è verità; il cinema è verità 24 fotogrammi al secondo.
Jean-Luc Godard
Dallo 0 fps del frame statico (fotografia) al +24 fps di quello dinamico (video), Mustafa Sabbagh concepisce e dirige una serie di video inediti – ritratti in movimento + loop di nere onde cicliche + mapping come morphing, dalla materia all’etere – pensati appositamente per una partenza Zero, e per una fusione Zero. Storie in movimento, come in gemmazione, generate dal ritratto video dei due designers: rarefatti/sospesi, separati/sublimati.
Pronti alla Partenza, all’Espressione, alla Fusione. Attraverso l’arte, pronti allo Zero.
SCHEDA TECNICA
DATA _ DOMENICA 17 GENNAIO
ORA _ DALLE 17.00 ALLE 20.00
LUOGO _ VIA PIETRO COLLETTA, 22 – MILANO
RSVP _ angelica@negrifirman.com
[1] Bruce Mau, Incomplete Manifesto for Growth, 1959
[2] Laurence Sterne, The Life and Opinions of Tristram Shandy, Gentleman, 1760-1767
[3] John Cage, 4’33’’, 1948