Vernissage sabato 30 settembre alle ore 18.30 presso Crearte Studio, Palazzo Porcia, piazza Castello 1 a Oderzo.
E l’immagine divenne Mito, la carnalità di corpi ipercontemporanei contrappunta un gesto artistico atavico. CreArte Studio è orgogliosa di presentare mytho-maniac, progetto espositivo di Mustafa Sabbagh a cura di Carlo Sala.
Il campo di indagine entro cui agisce Sabbagh possiede la stessa plasticità liquida di una composizione (anti)musicale di John Cage, di una performance (anti)artistica di Hermann Nitsch, di un (anti)romanzo di Jean Genet, di un’opera (anti)teatrale di Carmelo Bene. Nutrito di simbologie antiche e di distorsioni elettroniche, il campo di indagine di Mustafa Sabbagh è l’habitat di un funambolo che avanza sapiente, potente, tra l’iconoclastia di un falso mito omologato e l’iconolatria di un contemporaneo Olimpo languido – nero, carnale, crudo, ieratico, lascivo, crocifisso, imbavagliato. Patologico. Mitologico.
![](http://www.biancoscuro.it/site/wp-content/uploads/2017/09/sabbagh_mytho-maniac_002-onore-al-nero.jpg)
stampa fotografica fine art su dibond, cm 100×100
ed. di 5 + 1 PA, courtesy: l’artista
Tra l’ossessione emblematica del loop e il lirismo di uno sguardo in piano-sequenza, mytho-maniac è un pantheon post-umano che Sabbagh erige ponendo in un dialogo impossibile – come in ogni narrazione mitica, e in ogni autentico atto artistico – una selezione di opere tratte dalla sua serie “Onore al Nero” – un’Artemide assorta, un fauno adescatore, un Giano inquieto, sigarette come effimere Vanitas – unitamente ad un’opera inedita dal ciclo “Voyeurismo”, notturno orfico, con due tra le sue video-installazioni più celebri: “Chat Room”, connessione/confessione via chat di una complicità offline tra Cristo e Giuda, e “Anthro-pop-gonia”, dittici cinetici di vizi appartenenti tanto agli uomini, quanto a semidei nevrotici.
![](http://www.biancoscuro.it/site/wp-content/uploads/2017/09/sabbagh_mytho-maniac_004-chat-room.jpg)
installazione audio/video, 2 video HD da flat monitor e videoproiettore LCD, color, loop
ed. di 3 + 2 PA, courtesy: l’artista
Come le più grandi rese artistiche del mito, dall’epopea allucinata di Matthew Barney all’epica estenuante di Jan Fabre, dall’Alcesti in viraggio blu di Robert Wilson all’Orfeo sambista, nero, di Marcel Camus, Mustafa Sabbagh infetta miti e archetipi atemporali con la cultura virale di un social network, e con quella antivirale di una mente raffinatamente indipendente. Il Mito del Buon Selvaggio di Rousseau e il Mito della Caverna di Platone si scontrano e fanno l’amore, come nel Crash di Cronenberg, con gli anti-miti di China Blue, di Birdman, di Querelle; le magnifiche creature che ne scaturiscono, come semidei, sono inevitabilmente infette, come dei.
![](http://www.biancoscuro.it/site/wp-content/uploads/2017/09/sabbagh_mytho-maniac_003-voyeurismo.jpg)
stampa fotografica fine art su dibond, cm 60×60
ed. di 5 + 1 PA, courtesy: l’artista
Alla vastità di contenuti che affolla l’abisso mitopoietico di Mustafa Sabbath – dialoghi di Platone e chat room notturne, grandi parate militari e storiche sfilate di Alexander McQueen, il Prometeo mal incatenato di André Gide e l’Ercole culturista di Werner Herzog, campionati, mixati e rieditati attraverso l’unico filtro del suo gesto artistico, anarchicamente punk – fa da contrappunto una sintassi compositiva riconoscibilissima. Il lessico artistico di Mustafa Sabbagh è costituito, nella fotografia come nel video, da un uso rarefatto del tempo, da ottiche che indulgono nei primi piani, da gestualità plastiche mai enfatiche, da una padronanza architettonica degli spazi e delle tecnologie nell’atto installativo, da suoni composti dall’artista, distorti a partire dalla conoscenza delle partiture: bombardamenti campionati e respiro fuori-sincro per Chat Room, singole sonorità elettroniche per ognuno dei dittici di Anthro-pop-gonia che, composte in scala di mi, producono un’allucinata sinfonia corale. Miti come emblemi e come esseri umani, che chiedono e trovano asilo indipendentemente da quale olimpo, larario, vangelo o xanteria provengano. Quella di Mustafa Sabbagh è un’arte pensante, che nasce sempre da profonde riflessioni e che nelle sue effigi – dinamiche nella sua fotografia, cristallizzate nella sua videoarte – congela urgenze etiche sotto le spoglie della più raffinata forma estetica.
installazione audio/video, 7 dittici video su 7 monitor DT-V 9’’, HD, color, loop
ed. di 3 + 2 PA, courtesy: l’artista
![](http://www.biancoscuro.it/site/wp-content/uploads/2017/09/sabbagh_mytho-maniac_007-anthro-pop-gonia.jpg)
installazione audio/video, 7 dittici video su 7 monitor DT-V 9’’, HD, color, loop
ed. di 3 + 2 PA, courtesy: l’artista
INFO Mustafa Sabbath | mytho-maniac a cura di Carlo Sala Crearte Studio Palazzo Porcia piazza castello, 1 Oderzo [TV] dal 30 settembre al 12 novembre 2017 vernice sabato 30 settembre ore 18.30 giovedì, venerdì 16.00 - 19.30 sabato 16.00 - 21.30 domenica 9.30 - 12.30 | 16.00 - 21.30 altri giorni su appuntamento