Siamo i benvenuti alla distopica favola dell’artista sloveno Enej Gala dove, tra le mura della A plus A Gallery a Venezia, avviene uno spettacolo (a tratti grottesco) di burattini, pupazzi, equilibristi infelici, carriole di pelo e tavoli da gioco dal titolo “Nevereverevereverevereverever learn“.
La linea di confine che divide il gioco dalla quotidianità è labile.
Come procede la vita di questi ragazzotti come noi diventati adulti?
Cosa abbiamo realizzato durante la nostra crescita, in che modo viviamo?
Nell’opera Entry Exam (exploded Muppets) ci troviamo osservati e, sembrerebbe, giudicati da dodici pupazzi che sono circondati dalla cenere e dalle macerie. Qualcosa di grave dev’essere successo, o si trattava solo di un altro gioco?
I racconti mitologici vengono presentati ai bambini come favole, la natura antropologica è complessa e svincolata dalla narrazione, il Minotauro all’interno del suo insidioso labirinto viene descritto come un personaggio feroce e tormentato.
Il Minousar di Enej però è cagionevole: necessita di un strano liquido violaceo per muoversi e sembra dipendere da una serie di ingranaggi, spesso difettosi, che ne aggravano il movimento.
Il labirinto, il cui colore ricorda la carne e le membra, diventa una prigione dalle fattezze umane, rappresentato nell’opera Round Table.
Con Holders arriva il circo, un gruppo di trapezisti si esibisce in una performance che ricrea una catena umana: un’acrobazia modulare di piccoli saltimbanchi forma un intreccio che pende dal soffitto arrivando al pavimento.
Avvicinandosi e osservandoli attentamente li troviamo statici ed efficienti, il loro volto è triste, adempiono al compito di intrattenerci, null’altro.
Wheelbarrow è una grande carriola ricoperta di pelliccia sintetica marrone, sospesa in aria e sorretta da fili trasparenti, come fosse l’ennesimo inaspettato burattino.
L’oggetto rivestito di pelo perde la sua funzionalità, diventa un adorabile giocattolo, non è più appetibile per i progetti degli adulti.
Lo stesso pelo, ma in bianco, viene utilizzato per Donor’s seat, una sedia normalmente utilizzata per i prelievi di sangue, ma resa inutilizzabile a causa dell’antigienico pelo, covo di batteri e sporcizia.
I suoi braccioli si estendono fino a terra, le proporzioni vengono esasperate, ma la seduta è piuttosto comoda.
Nell’angolo della Galleria, forse a volersi nascondere, due colbacchi con una coppia ciascuno di forme per scarpe, uno più grande e uno piccino. In quale ci si identifica di più?
Dopo tutti questi balocchi, siamo sicuri di essere realmente adulti?
Un percorso tra pittura, scultura e video realizzato nel 2022 in cui l’artista, classe ’90, rivela un’ironia non scontata ed uno spiccato criticismo nei confronti della società e delle sue gerarchie, attraverso l’espediente dell’infanzia e dell’immaginazione che diventano forza motrice per evadere da questa contraddittoria realtà.
2 ottobre - 15 dicembre 2022
A plus A Gallery
San Marco 3073, Venezia
Tel +39 041 277 0466
info@aplusa.it