La Chiesa di San Biagio, luogo di spiritualità da anni prestato al mondo dell’arte, rappresenta il palcoscenico perfetto per presentare il lavoro artistico di Peter Hide 311065 e Isabella Rigamonti. Qui la solidità della pietra, “la materia”, la leggerezza della copertura “lo spazio e la luce” si fondono e diventano parte integrante e componente espressiva della rappresentazione di questi due artisti. Peter Hide 311065 cosparge la chiesa con uno strato di banconote accartocciate, invita a camminarvi dentro e sembra quasi sentirsi il loro fruscio. Evoca con la materia a lui più cara, il denaro, l’oscurità che la sua ricerca ossessiva genera, il suo è il fruscio del male del mondo e l’oscurità in cui si può precipitare. Isabella Rigamonti con le sue fotografie in cui alterna il bianco e nero e il colore ci parla dell’immensità del cielo e della luce, dell’infinita possibilità di cambiamento e di miglioramento che abbiamo, della nostra unicità, e attraverso il cielo collega l’uomo al Divino. In questo spazio in cui tutto sembra mutevole, la coppia di artisti parla di umanità e divino senza rappresentarli. L’uno richiama le passioni e i mali terreni e gioca con l’apparente solidità del denaro, mentre l’altra ci parla di spiritualità e di luce di redenzione.
Sono terra e cielo in un unico spazio dal fascino indiscusso, un esercizio di arte ambientale in cui ognuno di noi è chiamato a farvi parte. La mostra è il settimo evento “site specific” realizzato da animaminima contemporanea, in collaborazione con il Comune di Triuggio, la galleria Villa Contemporanea di Monza e l’associazione StreetArtPiù. La mostra è curata da Vittorio Raschetti e Felice Terrabuio, Testo critico di Vittorio Raschetti.
ISABELLA RIGAMONTI
Nata a Besana in Brianza (MI) nel 1969, Isabella Rigamonti approfondisce gli studi artistici presso il Liceo Artistico Collegio San Giuseppe di Monza e consegue la laurea in Architettura-Design presso il Politecnico di Milano. Il suo esordio artistico è nel campo pittorico figurativo con tecniche tradizionali da cui ben presto si allontana per confluire in una sperimentazione artistica di natura percettiva informale, con tecniche e materiali espressivi inconsueti. In concomitanza del primo periodo espressivo prende forma il suo interesse per la fotografia coltivata attraverso la frequentazione di diversi corsi approfonditi attraverso la partecipazione ad un corso annuale presso l’Accademia Forma di Milano. Fra i suoi soggetti preferiti, ci sono le architetture, i particolari inanimati e le situazioni più variegate della vita quotidiana, fotografati in diverse città. Le sue opere frutto di una rielaborazione concettuale e gestuale di fotografie da lei stessa scattate, sovrappongono mediante la tecnica del collage parti della fotografia a colori sulla stessa fotografia in bianco e nero. Le parti della fotografia a colori di cui il rilievo è’ visibile (e le contraddistingue, determinandone anche la loro unicità) vivono all’interno dell’opera di vita propria, in quanto realizzate attraverso forme inusuali o geometriche, ma tuttavia riescono ad individuare una dimensione differente, dove in virtù del fatto di essere a colori, vanno a modificare il percepito dell’opera stessa. Di conseguenza la percezione ha una natura mutevole e raffinata, ed ogni opera è unica ed emozionante non solo per la materia percepita di natura fotografica, ma mutandone la percezione stessa ci rimanda alla genesi originaria della creazione e dell’atto decisionale dello scatto. L’artista presenta due chiavi di lettura originali, una di natura più formale, data dalla coesistenza della fotografia scattata in bianco e nero con delle forme di colore sovrapposte, ed una di natura più concettuale in cui il momento della creazione dello scatto ed il messaggio che l’artista vuole ironicamente evidenziale emerge. Di conseguenza l’opera perde una connotazione spazio/temporale precisa, e appare sospesa in un divenire dove la percezione della luce rende reale l’illusione e l’illusione estremamente reale.
PETER HIDE 311065
“Ho scelto diversi anni fa il nome d’arte PETER HIDE 311065 (mi chiamo Franco Crugnola) derivandolo dall’ossimoro tra PETER PAN (noto sempiterno bambino buono) e Mr. HYDE (la parte brutale e “cattiva” del Dottor Jekyll). I due nomi hanno la stessa notorietà e rappresentano il primo il bene, l’innocenza, la purezza e la bellezza, il secondo il male, la cruenta e la forza bruta. Come nel romanzo di R. Stevenson ove la lotta impari che oppone il bene e il male tra Jekyll a Hyde, mette in gioco temi di grande suggestione, la metamorfosi e il doppio, lo specchio e il sosia, fino a toccare le corde più segrete e inconfessate dell’animo umano, cosi nei miei lavori cerco di ricreare il male che può prevaricarci attraverso un’immagine allegra e scanzonata. Cerco di rappresentare attraverso immagini che fanno parte del nostro vivere quotidiano, ed apparentemente concilianti, gli opposti che esse stesse rappresentano, e di aprire nella mente dello spettatore che vorrà approfondirne la lettura, una porta immaginaria verso il pericolo della sopraffazione dell’effimero. In una società contemporanea, dove tutto è misurabile dal denaro, e dove spesso si ha la sensazione che non solo il materiale ne sia soggiogato, ma anche l’immateriale, la parte più unica che contraddistingue l’individuo, il denaro, ha per me il valore simbolico di rappresentare il pericolo di una vasta decadenza culturale, e per opposto il degrado che la sua mancanza ne produce. Non voglio rappresentare graficamente la povertà, la violenza fisica o psicologica, il degrado ambientale, ma neppure la bellezza generata solo ed unicamente dalla manipolazione della ricchezza, la sensazione di potenza quasi divina ed il sogno di felicità, ma voglio far riflettere su che cosa genera ciò per cui tutti noi ci affanniamo, viviamo e a volte moriamo: Il denaro.”
INFO
Post Tenebra Lux
CHIESA DI SAN BIAGIO Via Don Luigi Sturzo, Triuggio (MB)
Dal 22 settembre al 4 novembre 2018
Vernissage sabato 22 settembre ore 18:00
Visibile 24h su 24h