È un vero piacere poter iniziare l’anno nuovo parlando di un artista come Renzo Nucara e della sua arte, artista che tutti conosciamo bene per i suoi trascorsi da Crackingartist (per quei pochi che non lo sanno, è tra i fondatori della Cracking Art, e a quei pochissimi che non lo conoscono consiglio di sfogliare BIANCOSCURO #20 e #26).
Su questo numero speciale, che festeggia le cinquanta uscite di BIANCOSCURO, abbiamo l’onore di pubblicare una sua opera “in realtà aumenta”, diamo quindi la parola a Nucara per descrivere la sua CryptoArt ed ascoltiamo il suo punto di vista sugli NFT (come di consueto, a fine articolo, qualche domanda diretta all’artista Renzo Nucara per meglio comprendere la sua riflessione).
«Bergamo, anno 0.3 d.C. (dopo CryptoArt).
Lo abbiamo sconfitto, quasi… No è tornato. Ci sta bloccando di nuovo, adesso diventiamo gialli, arancioni, rossi, poi arriva il green pass, vaccino si, vaccino no…
Quando uscirà questo articolo mi piacerebbe che questa pandemia, che ci ha portato via parenti, amici e i nostri anni, fosse solo un ricordo. E che ne è stata della creatività, confinata anch’essa tra quattro mura? Io, complice le performance del nuovo computer, ho potuto riprendere una passione nata ai tempi del liceo artistico e mai dimenticata, quando a fine anni ‘70 al posto di colori e copiature di scarnificati e teste di cavallo in gesso, sperimentavamo fotografia, animazione, cartoon e filmati, attrezzati con una fantastica Super 8 ed un mitico Durst, autosponsorizzati dalla vendita illegale di merendine degna del mercato nero, che ci era costata quasi una sospensione di classe (fortunatamente finita a tarallucci e vino).
Nel 2018 avevo trovato un’adeguata vetrina in Superrare per i miei lavori virtuali, ma quando ci sono rientrato l’anno scorso mi sono ritrovato in un mondo del tutto cambiato. Parlo dell’arte digitale e in particolare della CryptoArt e delle sue opere, gli NFT.
Quello della CryptoArt è un mondo che viaggia alla velocità della luce e ha suscitato, grazie ai ripetuti lockdown e alla complicità dei social media, un’effettiva ondata di interesse da parte di artisti, operatori grafici, fotografi, collezionisti, musicisti, street artist, smanettoni in quella che si potrebbe definire l’odierna corsa all’oro: assicurarsi ad ogni costo un posto dove esporre le proprie opere virtuali in attesa della pioggia di cryptovalute.
Ma è poi così? Direi di sì per chi è stato un pioniere di questa arte, come il duo italiano Hackatao, perché in tre anni sono diventati artisti riconosciuti e rinomati a livello internazionale. Per gli altri bisogna aver pazienza e lavorare, me compreso. Anche se i miei primi passi nella CryptoArt risalgono a 4 anni fa, ora non devo sottoporre il mio lavoro al vaglio della piattaforma e attenderne pazientemente l’eventuale inserimento; è un universo con le proprie modalità e terminologie che devi conoscere e soprattutto devi sapere gestire. Un conto è che ti piaccia la Formula 1, un conto è saper guidare quelle macchine.
https://superrare.com/artwork-v2/hypnotyzed2—1-of-1-19795
La CryptoArt ha modificato il rapporto artista-pubblico: social e numero di followers hanno sostituito il concetto di esperienza, storia personale, crescita di cui solitamente è composto il percorso di un artista. Twitter, Discord, Telegram e poi a seguire gli altri social sono le nuove vetrine e i nuovi valori su cui misurare “il proprio successo”. Da un lato ogni evento rivoluzionario porta con sé grossi scossoni ma, come ogni cambiamento, la natura ritrova poi un suo nuovo equilibrio, assestandosi ed adeguandosi.
Gli NFT animati, quelli che preferisco, ti permettono di aggiungere una narrazione ad una particolare emozione, rivelando un fascino ed un’intensità diversa rispetto all’opera fisica. È la modalità che uso nel mio lavoro dove comunque tendo a mantenere una continuità tra reale e il virtuale, non a sostituire l’uno con l’altro. Nei miei primi NFT i protagonisti sono gli animali, marchiati da forme e simboli che ne fanno testimoni di questo tempo, delle mie sculture luminose chiamate Lighting Shape. Animali che nella realtà virtuale si animano, rivivendo la stessa scena infinitamente come se fossero bloccati in una bolla spazio-temporale, che da un lato ha un effetto ipnotizzante, dall’altro reitera la problematicità della coesistenza con l’antropizzazione del pianeta ed il rapporto dialettico tra naturale e artificiale, tema basilare della filosofia di Cracking Art, gruppo di cui sono uno degli artisti fondatori.
Così il coniglio dell’opera Lighting Shape, rimasto con una farfalla blu posata sul naso, diventa, insieme all’altro coniglio e al suo naso, un trampolino dove la farfalla blu si posa alternativamente creando una scena che cristallizza solo in apparenza un mondo di spensieratezza. E che dire del delfino che balzando fuori dall’acqua abbandona la trasparenza del plexiglass per innescare un girotondo con un suo compagno? Non c’è forse, in forma contenuta ed ironica, quell’eredità disneyana caramellosa e benevola del “e vissero tutti felici e contenti”?
https://superrare.com/artwork-v2/a-good-day!-1-of-1-20707
Nei lavori successivi entra in scena Monky, diciamo un ironico alter ego, che diventa il protagonista preferito dei miei NFT. Monky, nato per il mio progetto Time Machine Infinite Monkey, con il tempo è “cresciuto”, diventando il portavoce irriverente di un’apparente normalità. Grazie a lui il contesto diventa paradossale e trasforma l’apatia di fronte all’antropizzazione del sistema. Così succede in “Happy Holiday” (QR per il link nella pagina a fianco) dove una coppia di Monky sembra voler invitare i visitatori in un posto paradisiaco. Immaginatela con in sottofondo Bing Crosby che canta la canzone con questo titolo ed il gioco è fatto.
https://superrare.com/artwork-v2/monky—happy-holiday-25094
Oppure, in Monky “Time is falling down” (QR per il link nella pagina a fianco), la coppia di Monky si confronta e l’incessante parlare di banalità dell’uno non lascia il tempo per riflettere all’altro, sotto una nevicata di ossa che cadono lentamente come in una boule de neige.
https://superrare.com/artwork-v2/monky-time-is-falling-down-24720
In altri NFT, all’interno di palcoscenici dalla forma di ingranaggio, faccio muovere Monky ed il suo Scheletro in una serie di Danze Macabre, tanto in voga nel medioevo dopo il flagello della peste, come allora a ricordarci quel “memento mori” ben riassunto dalla scena di Troisi in “ricordati che devi morire”. (Non ci resta che piangere, 1985). Del resto non siamo stati appena flagellati?
Riprendendo il discorso della sostenibilità ambientale, siamo sicuri che ci stiamo ponendo la vera domanda sul problema del pianeta, che la domanda giusta sia “vogliamo salvare il Pianeta”?
Personalmente, anche se ho partecipato e realizzato progetti che si basano su questo enunciato (vedi l’installazione Cracking Art alla 49ª Biennale di Venezia, invitati dal curatore Harald Szeemann, con 1500 tartarughe dorate nei giardini della Biennale, dal titolo SOS World), sono più che convinto che il giusto enunciato sia “SOS Uomo”, perché noi siamo l’anello più fragile della catena, siamo noi che pagheremo le conseguenze della nostra ignoranza, e non perché non bisogna accettare le novità e le scoperte, ma perché golosi non sappiamo quando fermarci, quando capire che non si può solo prendere e non restituire al pianeta. Su questo tema ho realizzato un colouring book editato dalla Oligo Editore di Mantova, Casa Editrice gestita da due ragazzi fantastici che stanno dando tutte le loro forze nel far risorgere l’editoria, presentato dal critico d’arte Gianfranco Ferlisi. Questo libro da colorare ti fa accompagnare Monky nel suo viaggio mirabolante nella Garbage Island per andare a salvare le sue amiche tartarughe imprigionate in quest’isola di rifiuti galleggianti. Un altro aspetto dell’arte tecnologica, che a volte utilizzo per sottolineare ulteriormente la connessione tra opera concreta e opera virtuale è la “Realtà Aumentata”. É un procedimento che consiste nel realizzare un video, un’animazione, partendo da un’opera reale e, una volta caricata l’animazione in un sito dedicato di cui si scarica l’app sul cellulare o sul tablet, si può inquadrare l’opera e vedere come questa acquisterà vita. Potete sperimentarlo anche adesso, scaricate l’App “Artivive” e inquadrate l’opera sulla copertina di BIANCOSCURO #50 “The Challenge” e buona visione.
Il mio viaggio artistico continua: se l’altra volta ero rimasto faccia a faccia con Morpheus e le sue pastiglie tra cui scegliere (BIANCOSCURO #20 febbraio-marzo 2017. A proposito, le ho scartate tutte e presa quella bianca, quella dell’essere liberi di creare quello che vuoi), ora riparto con la mia Time Machine Infinite Monkey e ritorno nel mio mondo dove: “Ho viste cose che voi Millenial non potreste immaginarvi: gente combattere con i primi Atari a Ping Pong; raggi catodici balenare in bianco e nero su schermi al fosforo e trasmettere Raffaella Carrà agli esordi… E di tutti quei momenti che rischiano di andar perduti bisognerà fare un drop dei file come lacrime nella pioggia. È tempo di salvarli nell’iCloud.”»
Vincenzo Chetta: Grazie per questa tua spiegazione Renzo, è molto interessante e sono sicuro che farà molta chiarezza, soprattutto fra i neofiti. Vorrei però farti qualche domanda specifica, ad esempio, com’era nel 2018 pubblicare lavori su Superrare?
Renzo Nucara:Nel 2018, e sembra parlare di 30 anni fa, tutto stava nascendo e Superrare, una delle prime e più ambite piattaforme di CryptoArt, accoglieva con entusiasmo gli artisti. Le cifre per “postare” le opere, così come tutte le transazioni, erano con valori accessibili. Allora non mi ero reso conto ancora di cosa stava succedendo.
V.C.: Cosa ne pensi degli NFT, nello specifico lo trovi qualcosa di positivo oppure pensi che abbia bisogno di miglioramenti?
R.N.: Per quanto riguarda la CryptoArt, gli NFT sono una modalità espressiva che amplia totalmente la tavolozza e gli strumenti di un artista. Vanno al di là della VideoArt, della Fotografia della Pittura e della Scultura. Sono una realtà che concretizza il “futuro” immaginato. Il secolo scorso ha visto grandi cambiamenti di stile e di linguaggio, nascite di movimenti che hanno rivoluzionato il pensiero e la cultura allargandone i confini, come il dadaismo. Questi anni sono e saranno gestiti dai “nativi digitali”, i cambiamenti culturali hanno nuove modalità e nuovi protagonisti ed i social sono il terreno su cui fioriscono nuovi modi di comunicazione, linguaggio e cultura (che piaccia o no).
V.C.: Nella tua introduzione a questo nuovo mondo, fai un bel passaggio sulla “pazienza” e sul “lavorare”. Cosa consiglieresti a quegli artisti che vogliono prendere scorciatoie o pensano di aver “successo” senza lavorare?
R.N.:La pazienza è un cavallo difficile da “imbrigliare” e con lei ho avuto anch’io problemi di convivenza, mentre con le scorciatoie, se all’inizio sembra facile “imbrogliare” il tempo, alla fine si rivelano dei boomerang. Il lavorare, sia fisico o progettuale, ti permette di sviluppare il tuo percorso, la tua storia. Questo fa di un aspirante artista una persona creativa che può dare un contributo agli altri e alla società.
V.C.: Nel paragrafo finale del tuo testo fai riferimento alla vostra installazione Cracking Art alla 49ª Biennale di Venezia, “SOS World”, affermi che il giusto enunciato sia “SOS Uomo”, come mai?
R.N.:Perché la realtà è che la casa sta andando a fuoco e a “noi umani”, che abbiamo appiccato questo incendio, le fiamme ci sono sfuggite di mano, ci tocca scappare, salvarci o agire “immediatapresto”. Come artisti, la Cracking Art ha sempre dato e sta dando il suo contributo, tutti dovremmo attivarci sia culturalmente che praticamente. In merito faccio una precisazione su una critica agli NFT e alla loro poco compatibilità con l’ambiente per il consumo di energia che la rete Blockchain utilizza per alimentare questo mondo: in primis, se tutti gli artisti si mettessero a scolpire col marmo, ci sarebbe un’alzata di scudi per l’eccessivo depauperamento delle cave e sconvolgimento della natura che le ospita (della serie: ogni azione umana modifica sempre l’ambiente); per secondo, nella rete stanno cambiando le modalità di transizione per arrivare a impatto zero(ogni cambiamento richiede tempo per adattarsi e migliorare).
V.C.: Da sempre trovo molto affascinante anche il concetto virtuale di Metaverso e con lui la Realtà Aumentata. È un progetto artistico che porterai avanti o pensi che verrà soppiantato da altro?
R.N.:Caro Vincenzo penso che sia una strada da percorrere. Come in tutte le scoperte e tecniche che mi hanno incuriosito e con cui mi sono confrontato, l’importante è mantenersi coerenti e andare al di là dell’effetto che ogni novità suscita.
V.C.: Tornando al reale ed agli appuntamenti fisici, a marzo grazie a BIANCOSCURO sarai ospite d’onore alla 19ª edizione di Vernice Art Fair a Forlì, fiera curata da Francesca Caldari, come ci sorprenderai?
R.N.:A Forlì il pubblico verrà invitato a sostenere una sfida in “Monky – The (not) Impossible Battle”, un mini videogame, che ho realizzato da poco. É un gioco-ludico-amaro, una provocazione, che dà il nome all’evento. Qui presenterò i miei NFT, dei video, le opere digitali e fisiche che hanno come protagonista Monky, il mio avatar compagno di viaggio verso il Metaverso. Io e Monky ringraziamo BIANCOSCURO e Francesca Caldari dell’invito a Forlì che ci permette di coinvolgere anche la vostra testata nel dar voce ai nostri progetti artistici e sociali.
https://games.gdevelop-app.com/game-5322b008-27d8-4c09-893b-d6dcc5b15baa/index.html
V.C.: Relativamente al mini-game di Monky dove bisogna evitare che bottiglie e sacchetti di plastica finiscano in mare, penso sia davvero una bella idea usarlo come “evento all’interno della fiera”, creando una competition con cui si potrà vincere un “MonkyCoin”, dimensione 15×15 cm. da te realizzato in edizione limitata di 100 copie certificate. Grazie del tempo che ci hai dedicato, ci vediamo dal 4 al 6 marzo a Forlì a Vernice Art Fair!
R.N.:Grazie a te Vincenzo e grazie anche a BIANCOSCURO. Accendiamo i razzi ! Renzo & Monky.