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Sensibilità percettive. La nuova mostra di Grazia Varisco a Lecce

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La Fondazione Biscozzi Rimbaud a Lecce presenta dal 9 ottobre all’8 gennaio la mostra di Grazia Varisco Sensibilità percettive, con la curatela di Paolo Bolpagni, Direttore scientifico e conservatore della collezione della Fondazione.

Dopo la personale dedicata all’opera di Angelo Savelli nel 2021 e la mostra dello scultore salentino Salvatore Sava conclusasi a fine settembre 2022, la nuova mostra monografica promossa dalla Fondazione leccese presenta una selezione di diciassette opere di Grazia Varisco, celebre artista protagonista dell’arte europea, pezzi esemplari e rappresentativi di snodi essenziali della carriera dell’artista milanese. Una mostra contenuta ma preziosa che pone in relazione un nucleo di lavori di datazione compresa fra il 1957-1959 e il 2009 con gli spazi intimi e raccolti della Fondazione, in un percorso nel quale i singoli pezzi vanno a costituire un corpo unitario, pur conservando ciascuno la propria individualità.

L’esposizione si apre con l’opera Tema e svolgimento (1957-59), che risale al periodo d’apprendistato all’Accademia di Brera, in cui si intravede già la sensibilità percettiva di Grazia Varisco, il suo porsi in osservazione e come – metaforicamente – in “ascolto” del reale.

Nel 1959-1960 comincia l’avventura del cinetismo con il famoso Gruppo T, che nasce a Milano con la partecipazione di Varisco insieme a Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele Devecchi. Nascono le tavole magnetiche di Grazia Varisco, con elementi fissati al supporto tramite magneti e quindi spostabili: oggetti semplici, dalle forme regolari e geometriche, oppure filamentose e aree. Della stagione cinetica, ultima grande avanguardia europea – che ebbe tra i suoi precursori futuristi, dadaisti, bauhausiani e costruttivisti, e di cui si ricordano mostre storiche a Parigi, Zagabria, Milano e New York – in mostra sono esposte quattro opere di Grazia Varisco.

Conclusa l’esperienza del Gruppo T, Grazia Varisco prosegue il proprio percorso in autonomia, seguita da critici attenti come Ballo, Belloli e Dorfles. Negli anni Settanta l’artista sperimenta la manipolazione libera della carta e del cartoncino e l’apertura programmatica all’azione perturbante del caso, mantenendo sempre al centro l’analisi dei meccanismi percettivi. Nascono serie fortunate come le Extrapagine e gli Extralibri di cui sono presenti in mostra quattro lavori.

Gli Spazi potenziali segnano un altro momento importante nel percorso artistico di Varisco, che qui si diverte ad aprire, scomporre e ricomporre i telai di ferro delle sue opere. Della seconda metà degli anni Ottanta è la creazione del ciclo Fraktur, con l’osservazione degli angoli di raccordo tra due o tre piani ortogonali e uno studio delle soglie e delle disarticolazioni.

La mostra si conclude con Silenzi, del 2006, articolazione di piani e vuoti prodotta dalla sovrapposizione di semplici telai: un altro salto concettuale per interpretare il mondo di un’artista visionaria e ad alto tasso di creatività.

La Fondazione Biscozzi Rimbaud, nata nel 2018 per volontà di Luigi Biscozzi (1934-2018) e di sua moglie Dominique Rimbaud e aperta al pubblico dal 2021, costituisce per la Puglia un centro d’eccellenza per l’arte contemporanea.

La peculiarità della Fondazione, oltre alla collezione permanente che comprende i nomi più importanti delle arti visive del XX secolo – de Pisis, Martini, Prampolini, Albers, Magnelli, Veronesi, Melotti, Burri, Dorazio, Birolli, Tancredi, Scanavino, Consagra, Azuma, Dadamaino, Bonalumi, Savelli, Schifano e molti altri, – è quella di caratterizzarsi come uno spazio dinamico e aperto, che interagisce con il territorio e le sue istituzioni culturali.

La Fondazione si pone come obiettivo quello di attrarre e incentivare l’attenzione di un pubblico più vasto e intergenerazionale verso la fruizione dell’arte contemporanea, concependo i propri ambienti come veri e propri laboratori d’apprendimento e formazione.

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