Stefano Barattini è il vincitore, nella sezione Fotografia, del primo premio del BAC ‘21 – BIANCOSCURO Art Contest. Si è dunque aggiudicato il prestigioso Premio Copertina assegnato dalla Giuria BIANCOSCURO durante la Cerimonia Ufficiale al Grand Visconti Palace di Milano. Ho avuto la possibilità di poter approfondire la sua arte fotografica e conoscere meglio il suo operato. Barattini ha vinto il premio con l’opera intitolata“Trittico orizzontale 04” della serie “Geometrie rurali”, un ambizioso progetto che porta avanti dal 2019 e vede la fotografia aerea tramite drone come protagonista.
La sua è una ricerca mirata a scoprire quali geometrie si nascondono nella costruzione e gestione dei campi agricoli lavorati dall’uomo.
Il drone permette una visione differente da chi fotografa con i “piedi per terra” ed è in grado di regalare immagini del territorio difficilmente raggiungibili dall’occhio umano se non volando su elicotteri o aerei da turismo.
Ma chi è Stefano Barattini, e come ha cominciato la sua carriera che lo ha portato alla copertina di BIANCOSCURO?
Barattini ha iniziato a fotografare nel 1979, quando ha cominciato a viaggiare per il mondo, legando così di fatto, indissolubilmente, la sua fotografia al viaggio.
Dal 1990 al 1995 ha collaborato con la rivista Mototurismo ed in seguito con Scooter Magazine, dove ha pubblicato diversi reportage. Ha preso una piccola pausa di riflessione, nel periodo in cui stava nascendo l’era digitale, per poi riprendere nella sua passione adattandosi alle nuove tecnologie, ma sempre legandola ai viaggi, soprattutto a quelli in Africa.
La sua “passione” ed il suo “obiettivo” sono sempre attratti da architettura e spazi suburbani in continua crescita, comincia quindi, con grande interesse e soddisfazione, a fotografare i luoghi abbandonati, soprattutto le aree industriali.
Questi luoghi sono posti particolari che emanano un fascino unico, fatto di luci e ombre, di polvere, odori e grandi silenzi, ma soprattutto di ricordi. E sono questi ricordi, queste tracce del passato, che Stefano Barattini va a cercare e che cattura con la sua macchina fotografica, perdendosi negli ambienti alla ricerca dell’inquadratura adatta e della luce perfetta per meglio rappresentare il luogo. Una sorta di universo parallelo che vive a poca distanza da noi e che la fotografia contribuisce a riportare in vita fissando quell’istante per sempre.
All’inizio del 2019 affianca al suo progetto “Urbex” (esplorazione urbana, dall’inglese urban exploration), il progetto “Geometrie Rurali” ricercando luoghi idonei e realizzando degli scatti fotografici che hanno impiegato quasi sette mesi, da marzo a ottobre, per essere realizzati.
Spinto dall’acquisto di un drone (con il quale effettivamente voleva sperimentare un diverso punto di vista fotografico) ad indirizzarsi verso questo progetto, l’artista ha cominciato quindi scrutando il territorio ed effettuando alcune riprese di prova per meglio capire come utilizzare questo nuovo strumento. Sorvolando la campagna tra Lombardia e Piemonte, cominciò a notare quanto i campi arati, con le diverse colture, avessero tutti un fattore in comune: la geometricità ed il cromatismo.
Questi elementi non sono percepibili dal basso, l’altezza umana non ci consente di avere una visione ortogonale, risultano perciò immediatamente interessanti, ricordando, alla lontana, la fotografia di Mario Giacomelli ed i suoi bianco/neri di campi arati scattati utilizzando l’aereo di un amico. Barattini, a questo punto, cominciò a cercare nuovi disegni, nuove cromie, nuove forme concrete che, dalla realtà di un semplice campo, diventassero immagini astratte. Conclusa la documentazione fotografica ha deciso di realizzare un’esposizione articolata in diversi formati. Immagini singole e trittici tematici nei quali ha collegato gli scatti per geometria, colore e forma.
La mostra fotografica è stata ospitata con grande successo presso “Casa Museo Spazio Tadini” a Milano dal 24 gennaio al 22 febbraio 2020 e dal 26 ottobre al 6 novembre al Milano Photo Festival.
In queste mostre l’artista ha potuto esporre 14 immagini singole, 6 trittici orizzontali, 2 trittici verticali ed 1 grande trittico orizzontale in formato 150×60 cm. Tutte queste immagini sono rigorosamente riprodotte in tiratura limitata a 5 copie su carta fine art 100% cellulosa di cotone e inchiostri a pigmento con nero a carboncino, corredate di certificato di autenticità.
Non posso far altro che rinnovare le congratulazioni per i traguardi raggiunti, ringraziandolo del tempo che ci ha dedicato raccontando a tutti noi la nascita di questo nuovo, entusiasmante, ciclo di fotografie.
INFO
instagram.com/stefanobarattini58
flickr.com/stefano_barattini