Sabato 7 luglio 2018 si è inaugurata nelle Sale espositive del Palazzo Comunale di Spoleto, la mostra “SimiliDifferenze [dialogo tra esperienze umane], Opere su carta di Piero Raspi Fotografie di Enrico De Santis”, con la presentazione del Prof. Alberto D’Atanasio.
La mostra organizzata dalla GalleriaSpazioTempo di Roma, ha l’obiettivo ambizioso di mettere a confronto opere su carta e fotografie.
L’opera su carta e la fotografia, campi aperti di linguaggi e intrecci culturali in cui l’intuizione si dispiega in plurime dimensioni e strutture, rappresentando strumenti di espressione introspettiva si prestano a richiami e confronti.
La gestualità insita nel tracciare il segno, risponde, pariteticamente alla registrazione di una immagine fotografica, ad una volontà dell’artista di rendere l’opera “altro” dalla realtà che la circonda.
Pur apparendo entità completamente autonome, autosufficienti in sé, convergono entrambe nell’urgenza di una trasformazione del reale dove forme, segni semplici oppure complessi vengono tracciati dalla luce e “accadono” in modo libero e aperto a molteplici possibilità interpretative.
Le forme e i colori, così come le tecniche tradizionali e le innovazioni nella realizzazione dell’immagine, rimescolano e rigenerano il passato dell’artista in un eterno presente.
Le opere su carta di Piero Raspi sono state scelte tra una sessantina di opere realizzate nella seconda parte degli anni ’50 con la tecnica della tempera (gouache), che compongono una singolare antologia che fa da legame tra le opere note del periodo giovanile e quelle della seconda fase, caratterizzate dai grandi monocromi. Tali opere, come scriveva Giovanni Carandente, rappresentano l’elogio della ricerca severa dell’artista, della sua leopardiana visione delle cose, del suo stile che fondeva il vibrante tonalismo morandiano con l’ampio e franco gesto dei pittori americani dell’Action Painting. Il critico francese Pierre Restany, fondatore del Nouveau Réalisme fondamento europeo della successiva Pop-Art americana, non mancò di insistere di quanto in loro fosse potente un legame con la natura “attraverso emozioni pure e non sofisticate” e come la realtà venisse in esse scomposta per far affiorare la coscienza, tralasciando così la veridicità circostante.
Le fotografie di Enrico De Santis appartengono alla serie Vegetable Skin, e sono state scattate alle terme reali di Valdieri (Cn), eccezion fatta per l’opera “Una goccia nel passato” appartenente alla serie Lost, accomunate dall’intento di creare una provocazione in forma di ossimoro. Una contraddizione paradossale che ha origine dall’accostamento di due termini che appartengono a regni diversi: quello vegetale e quello animale. Con questa provocazione, l’autore vuole invitare a riflettere sull’annosa questione della percezione della realtà, proponendo opere che siano “altro” rispetto alla oggettività che le circonda. Se la realtà fosse diversa da quella che vediamo, la fotografia sarebbe un prelievo ottico parziale di qualcosa che non c’è e non esisterebbe lei stessa. Ma se la realtà è quella che l’occhio umano vede, allora la Fotografia ne fa parte oltre a fissarne una porzione.
La mostra si potrà visitare fino a domenica 15 Luglio 2018.