Giovedì 29 marzo si terrà a Pavia alle ore 18.00, presso l’aula Foscolo dell’Università degli studi di Pavia, la presentazione della monografia dedicata a Vittorio Valente realizzata da GlobArt Gallery in occasione trent’anni di attività.
Relatore della serata sarà Adolfo Francesco Carozzi curatore del progetto, che ripercorre il cammino dell’artista dagli esordi ad oggi. interverrà durante la presentazione l’artista Vittorio Valente. Moderatore Maurizio Ettore Maccarini, rettore del Collegio Lorenzo Valla.
Vittorio Valente, astigiano di nascita, ma genovese d’adozione, è l’Artista del “non visibile ad occhio nudo”. Le sue opere sono all’apparenza molto semplici: che siano riflessi colori sgargianti o trasparenze, esse nascondono e portano in luce tutto il mondo del micro.
L’attività in Microbiologia porta a Valente determinate riflessioni che hanno spinto la sua vena artistica e quella di comunicatore alla rappresentazione del mondo organico e naturale (indagato dal microscopio), con l’utilizzo di un materiale inusuale per la normale espressione artistica: il silicone. Una produzione artistica la sua, che collega e fa dialogare l’Arte con la Scienza, la rappresentazione delle cellule, mai statiche nel loro evolversi.
Possiamo datare l’inizio del suo percorso verso il 1985, con la realizzazione delle prime opere “Griglia”, vetrini di laboratorio che intrappolano catene di DNA e di RNA in silicone colorato. Queste sono le primissime opere in cui viene utilizzato il silicone, la pittura che diventa pittoscultura con la forte matericità, non solo della materia prima utilizzata, ma soprattutto del pensiero che Valente sta iniziando ad esprimere. Una ricerca che mixa letteratura e cinema volto alla fantascienza con le sue esperienze in laboratorio, dove può vedere microorganismi, cellule, batteri unirsi, trasformarsi e trasformare.
Nei primi anni ‘90 l’esperienza con il gruppo “Arte come evocazione”, guidato da Claudio Costa, per poi diventare lui stesso uno dei fondatori di Cracking Art nel 1993, un movimento che cerca di superare le contraddizioni (reali o apparenti) tra artificiale e naturale. Insieme a lui Omar Ronda, Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Carlo Rizzetti, che con la mostra “Epocale” (Milano 1993), sottolineano il forte impegno sociale e ambientale unito all’uso di materiali plastici, raccontando della relazione tra naturale e artificiale.“Cracking è il processo che serve a trasformare il petrolio in virgin nafta, base per migliaia di prodotti di sintesi, quali la plastica. Per gli artisti appartenenti a questa corrente, Cracking è quel processo che trasforma il naturale in artificiale, l’organico in sintentico. Un procedimento drammatico, se non è controllato, una scissione che ci mette tutti di fronte a realtà nuove.”
Concluso il capitolo col gruppo, Vittorio Valente prosegue la sua carriera artistica, senza mai abbandonare la sua materia prima per eccellenza, creando superfici ingannevoli: l’apparenza dura, pungente e grezza, la realtà sgargiante e morbida al tatto che cattura la nostra attenzione e si lascia accarezzare, contaminandoci. La parola “contaminazione” non è utilizzata fuori contesto, poiché nella produzione di Valente sono visibili non solo quelle cellule che tutto compongono, da unire per creare, ma anche virus e batteri.
Sua firma stilistica il modulo a goccia, goccia come cellula, unita l’una alle altre in una griglia ordinata a creare una superficie: superficie come Derma, radice etimologica greca di “pelle”, diventata chiave della sua Arte.
“Dermascheletri” e “Dermastrutture” sono due delle sue serie che rappresentano le architetture anatomiche di creature animate e non, utilizzando il ferro come scheletro ed il silicone come derma. Nascono poi i “Contenitori di corpi” (nel 2005 le prime “sedie”), la quotidianità umana che irrompe nell’Arte di Valente anche con gli oggetti, catturando la fiducia con forme innocue e riconoscibili che invitano all’interazione con esse, rappresentanti in realtà microrganismi ingranditi che contaminano lo spettatore che non può resistere ad accarezzare la forma o ad utilizzarla. Da non dimenticare i “Gioielli” (2004-2005), le sue “Virus Caramelle”, opere del 2014, e le opere nate dalla ricopertura di caschi, biciclette ed automobili con il Derma siliconico di Vittorio Valente.Il suo percorso artistico è in continua evoluzione, i suoi elementi vengono modificati, abbandonati o rielaborati, come nel caso delle ultime serie di “Griglia”, nome già conosciuto all’inizio della sua carriera, ritornato come titolo delle opere più recenti, a collegare momenti artistici che all’apparenza sembrano così diversi, in realtà uniti dal pensiero mai mutato dell’Artista, che mostra a tutti noi quello che lui poteva scoprire attraverso il microscopio, in una continua comunicazione all’uomo, di ciò che è l’uomo.
(Da BIANCOSCURO #14. A cura di Vincenzo Chetta)
La presentazione del volume è realizzata in collaborazione con
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